Il Carnevale di Capua torna alla ribalta dopo due anni di assenza dovuta alle limitazioni imposte dalla pandemia. Sarà una settimana ricca di eventi quella dal 16 al 21 febbraio, durante la quale nel centro storico si svolgeranno spettacoli di animazione, pantomime e gran balli in maschera. Il Carnevale capuano è di rilevante interesse turistico, per cui l'amministrazione comunale ha affidato l'organizzazione alla Pro loco. La manifestazione, tra le più famose in Campania celebra quest'anno la 136ma edizione e l'inizio dei festeggiamenti è sancito dalla consegna delle chiavi della città dalle mani del sindaco al sovrano del divertimento, che con ironia e sarcasmo stigmatizza gli avvenimenti salienti della vita quotidiana del popolo capuano. Nella sede della Pro loco, in piazza dei Giudici, si susseguono le riunioni per il programma, di cui il presidente Davide Del Pozzo si è assunto la responsabilità.
I costi di gestione per l'allestimento del cartellone sono centellinati per far fronte al bilancio che non gode di sufficienti contributi, ma l'intenzione dell'amministrazione comunale è quella di creare una fondazione che possa lavorare già per le prossime edizioni. Un discorso, quest'ultimo, affrontato ma che non ha trovato ancora concretezza, il che ha determinato spesso incertezze organizzative. Si vuole puntare, insomma, all'autonomia dell'apparato organizzativo. Le origini del Carnevale capuano rendicontano di una festa che si svolgeva sia nei palazzi nobiliari del centro storico che nelle strade della città, poi l'unificazione alla fine dell'Ottocento.
Il giornale «La Campania democratica»notiziava nella cronaca del marzo 1886 il successo del Carnevale e ne raccontava l'unificazione, annunciata dai cavalieri Francesco La Manna e Vincenzo Pizzolo, organizzatori e dirigenti del primo comitato.
Le scuole di Capua saranno protagoniste del corteo mascherato, che sfilerà per le strade con al seguito complessi bandistici e carri allegorici. La maschera di Pulcinella non potrà privare la manifestazione della sua storia, che ebbe inizio proprio a Capua nel 1632 con la rappresentazione della «Lucilla Costante», scritta dal commediografo capuano Silvio Fiorillo, che scelse la sua città natale per inaugurare un nuovo corso teatrale, il cui ambiente architettonico era sostenuto dal palazzo Antignano, attuale sede del Museo campano.