Furbetti dell'Asl, il gip valuta il ritorno
al lavoro o il licenziamento

Furbetti dell'Asl, il gip valuta il ritorno al lavoro o il licenziamento
di Mary Liguori
Venerdì 27 Novembre 2020, 08:59 - Ultimo agg. 16:31
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Inizierà stamane il valzer degli indagati dinanzi al gip Vincenzo Saladino nell'ambito dell'inchiesta sull'assenteismo al distretto sanitario di Aversa. Nelle mani del giudice per le indagini preliminari non c'è solo il destino di medici, infermieri, personale del 118 e operatori amministrativi sospesi dal lavoro con l'accusa di aver truffato l'Asl, ma anche quello dell'utenza che fa riferimento al distretto Asl decimato dalle misure interdittive in un momento particolarmente drammatico per la sanità campana. Il gip sta infatti valutando anche su richiesta dell'Asl di Caserta le opzioni più valide per evitare che lo «sfoltimento» del personale cagionato dalle sospensioni dal lavoro abbia ripercussioni sul servizio pubblico. Il distretto di via Santa Lucia serve un'utenza di svariate migliaia di persone ed è il polo nevralgico non solo per la gestione dell'emergenza covid - è qui che si somministrano i tamponi - ma anche per svariati altri servizi di cruciale importanza per la cittadinanza.

Il collegio difensivo che rappresenta gli indagati chiederà la revoca della misura, ma al di là del merito delle singole posizioni resta da stabilire come colmare il vuoto che si è creato al vertice della macchina che coordina l'emergenza pandemica a Caserta e provincia. Tra i destinatari della misura c'è infatti anche Enzo Iodice, responsabile dell'emergenza per Terra di lavoro e coordinatore dei covid team incaricati dall'Asl di Caserta di seguire i pazienti covid a domicilio. Altra falla che si è aperta con l'inchiesta riguarda il 118: alcuni degli indagati sono infatti al servizio in ambulanza e la loro assenza va ad aggravare una situazione già di per sé complicata come hanno più volte denunciato i sindacati.

E allora da un lato ci saranno le decisioni di merito, dall'altra quelle a tutela della collettività che potrebbero aprire vari scenari. Come in altri casi, agli indagati potrebbe essere confermata la misura interdittiva con l'obbligo di presenza, vale a dire saranno in servizio nonostante la sospensione per evitare disagi all'utenza. È ipotizzabile per le posizioni che risultano dal punto di vista della difesa «più deboli» sotto il profilo penale. Una tra tutte, proprio quella del dirigente Iodice che, ha spiegato il suo avvocato, Mauro Iodice, «Non è legato all'Azienda da obblighi di orario ma dal raggiungimento degli obiettivi aziendali perché titolare di un contratto di diritto privato nel perimetro del quale l'uso del badge è connesso esclusivamente ai fini Inail». Per le posizioni che invece sembrano più «compromesse» sotto il profilo delle prove raccolte dai Nas, l'Asl potrebbe avviare le procedure di licenziamento immediato (come avvenuto in precedenti casi) e procedere al rimpiazzo con delle assunzioni sprint. 

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Al momento, comunque, resta tutto sul campo delle ipotesi. Il confronto tra le parti inizierà stamane a Palazzo di giustizia di Aversa e ciascun indagato avrà la possibilità di difendersi dalle gravi accuse ipotizzate dalla Procura diretta da Francesco Greco. Oltre il direttore dei covid team, Enzo Iodice, l'interdizione di sospensione dall'esercizio delle pubbliche funzioni ha colpito i dirigenti medici Gaetano Alisandri, Antonio Menditto, Giuseppe Di Giorgio, Elisa Barbato, Maria Rita Spagnuolo e Giovanni Verde. Sospensione dal pubblico servizio, invece, è stata disposta per gli operatori tecnici e i collaboratori amministrativi Antonio D'Angelo, Valeria Di Giorgio, Roberto Lauro, Salvatore Spadavecchia, Maria Rosaria Genovese e Arturo Geremia. Dalle indagini risulta che «nascondendosi» dietro la «scusa» della «missione esterna», lasciavano il posto di lavoro per occuparsi di faccende private. C'è anche chi, sostengono gli inquirenti, mandava un familiare a timbrare il cartellino e al lavoro non si presentava affatto pur risultando presente in registro e chi, ancora, avrebbe ottenuto i pagamento di ore di straordinario mai eseguite. Il danno economico per la Asl di Caserta è ancora da quantificare.
 

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