Un anno dopo la tragica scomparsa del giovane Gennaro Leone, accoltellato in pieno centro a Caserta in una normale notte di fine estate, stasera i genitori, i parenti e gli amici si riuniranno nella stessa piazza Correra, scenario del drammatico evento, è proprio alla stessa ora (le 23) nella quale Gennaro venne ucciso. «Non è una manifestazione, ma solo un incontro per accendere una candela in suo ricordo e fare una preghiera per lui», precisa Pina Geniale, la mamma di Gennaro. Quel drammatico fatto di sangue lasciò sconvolta la cittadinanza. Fu uno choc: mai a Caserta si era arrivati a tanto, ma forse perché non ancora la movida aveva raggiunto punti tanto alti di degenerazione. Sembrava che tutti volessero impegnarsi, che ognuno volesse fare la propria parte perché fatti del genere non si verificassero più. Invece, un anno dopo, le cose non sembrano, poi, tanto cambiate.
La movida è sempre più selvaggia ed ingestibile.
Infatti, la questione che rimane ancora irrisolta è quella, annosa, relativa a chi le regole non le rispetta e si comporta in dispregio a divieti e leggi. Insomma, è un dato di fatto, c'è ancora chi vende alcol ai minorenni, chi continua a tenere alto il volume della musica, circostanze che rendono le strade del centro storico invivibili per chi vi abita.
Solo qualche giorno fa, dopo l'aggressione di piazza Gramsci, Cristina Palmieri, presidente di Sto, il comitato dei commercianti ed esercenti del centro storico e titolare di un bar situato proprio in una delle strade della movida, dichiarava di «aver provato in tutti i modi», lei e gli aderenti alla sua associazione, «a dare il proprio contributo per risolvere il problema della malamovida». Rispettando rigorosamente le regole, partecipando ai tavoli della sicurezza. Ed erano stati proprio loro a chiedere maggiori controlli non solo amministrativi, però, sui locali, ma anche e soprattutto, sui clienti, il più delle volte giovanissimi, che fanno dello sballo il loro unico divertimento. Un problema che è rimasto irrisolto fino a stancare anche il colonnello Gianfranco Paglia, chiamato dal sindaco proprio come supporto per far fronte a quella che è diventata una piaga delle notti cittadine, e non solo a Caserta. Così sono passati, inutilmente, mesi di incontri, di appelli, di promesse senza che si sia riusciti a cambiare più di tanto la situazione. E ora siamo alla vigilia del rientro in città dalle vacanze della maggior parte dei casertani, con il prevedibile ritorno di migliaia di ragazzi che ogni sera (almeno fino a che non si apriranno le scuole), e poi nei fine settimana, si riverseranno per le strade e le piazze del centro. Una situazione, appunto, prevedibile e, perciò, in quanto tale da dover gestire con azioni preventive e provvedimenti ad hoc. Lo si deve ai casertani ma soprattutto a Gennaro, perché il suo sacrificio non sia stato vano.