Vanessa, l'influencer campana trovata morta a 23 anni: un giro di amicizie pericolose, la pista delle “trap house”

Vanessa, l'influencer campana trovata morta a 23 anni: un giro di amicizie pericolose, la pista delle “trap house”
di Mary Liguori
Martedì 18 Gennaio 2022, 23:01 - Ultimo agg. 19 Gennaio, 14:05
5 Minuti di Lettura

Con la sua avvenenza e le foto sexy aveva conquistato migliaia di followers tra Instagram e Ask. Una reginetta dei social che aspirava a palcoscenici più importanti. Ci provava in tutti i modi, dandosi una serie di nickname, da «half brasilian» e «bad girl», fino a Venuss, il nome di battaglia dei due profili ancora attivi su Instagram. Uno infantile, sul quale non interagivano che poche decine di followers, l’altro ormai da adulta, dove la seguivano da mezza Europa e commentavano le sue foto in italiano, inglese, portoghese.

Ma oltre i social dove, si sa, si possono fare gli incontri più strani, c’era la realtà. E la sua non era meno insidiosa. Con quei viavai da Milano, la capitale della moda, della trasgressione, dove sperava di realizzare il sogno, poi diventato un’ossessione, di diventare famosa. Sono giri tutti da ricostruire, dunque, non solo a Vicenza, ma anche a Milano, quelli in cui si è ritrovata Vanessa Bruno, la ragazza di ventitré anni che era per parte di padre originaria di Alvignano, in provincia di Caserta. Giri che l’hanno portata ad accompagnarsi a gente poco raccomandabile. Come quelli che erano con lei durante le sue ultime ore di vita. Soggetti dai quali sua madre avrebbe cercato di allontanarla, ma inutilmente. «Era una ribelle, ma stava bene. A Natale è stata con noi, ha giocato con i suoi nipotini, era allegra, serena». Se facesse uso di droga? «Davvero non lo so. Quando era con me era sempre lucida, pulita, ben vestita, mai sballata, ma a questo punto non so più cosa pensare, magari l’ha uccisa un’overdose, chi può dirlo? Non so più cosa pensare, La polizia deve chiarire, ho già parlato con loro, vogliamo giustizia. Vanessa era solo una ragazzina». Salma, la madre della ventitreenne, abita in provincia di Vicenza, mentre Vanessa viveva in città. E «Aveva un suo appartamento, - chiarisce la madre - perché mai avrebbe dovuto chiedere ospitalità a quell’uomo? Questo davvero non me lo spiego». Gli stessi dubbi del papà della ragazza, il poliziotto casertano in pensione Giuseppe Bruno, che a sua volta chiede che sulla tragica fine di sua figlia venga fatta chiarezza. 

LEGGI ANCHE Vanessa Bruno, influencer morta sul divano di un amico a Vicenza: aveva 23 anni. Mistero sulle cause del decesso

Che Vanessa l’8 gennaio scorso sia stata trattenuta contro la sua volontà? Che le abbiano dato di nascosto qualche sostanza poi risultata letale? E perché avrebbe chiesto a quel pregiudicato di passare la notte a casa sua? E, ancora, perché il suo amico ha chiamato l’ambulanza tante ore dopo la morte della ragazza? Domande senza risposta, con la Procura intenzionata a fare chiarezza ma, al momento, nessun indagato. Solo gli esami tossicologici e l’autopsia stabiliranno se Vanessa è stata uccisa da una dose letale di droga o da altri fattori diversi dalle cause naturali. E se verrà fuori che il decesso è stato causato dall’assunzione di sostanze stupefacenti, ci saranno altri scenari da chiarire: bisognerà stabilire se qualcuno l’ha costretta a prenderle. E dimostrare una tesi di questo tipo, semmai si presentasse uno scenario del genere, sarebbe difficile assai. La morte di Vanessa Bruno è un giallo tutto da ricostruire. Che oltrepassa quei quattro palazzi popolari in cui si trova l’appartamento in cui ha trascorso le sue ultime ore di vita. Quelle di via Astichello a Vicenza non sono certo zone ad alto tasso criminale.

Ci abitano per lo più pensionati, l’unico pregiudicato residente lì pare sia proprio l’uomo che ha ospitato la ragazza la notte in cui è morta. 

Video

Ma le frequentazioni di Vanessa oltrepassavano i confini di Vicenza, e come detto arrivavano fino a Milano dove andava spesso. Forse in cerca di contratti per shooting fotografici o di chissà di cos’altro le sembrava utile per lanciare la sua carriera. E dove, a leggere i suoi followers, sembra frequentasse anche delle trap house, che inizialmente si chiamavano «crack house» in quanto luoghi di perdizione dove la droga scorre a fiumi. Uno di loro, di quei followers quasi morbosi, tra i commenti ipotizza che Vanessa «è stata trovata morta in una trap house». Illazioni smentite dai fatti. I pochi chiari in una storia nebulosa assai. I soccorsi nell’appartamento popolare di via Astichello a Vicenza sono arrivati quasi ventiquattr’ore dopo il momento (per ora presunto) del decesso, e quando Vanessa è arrivata in quella casa non era sola. Per cui oltre l’uomo che l’ha accolta, un piccolo spacciatore che ha dato l’allarme molte ore dopo il decesso, c’è un secondo uomo sul quale indagare e che la polizia avrebbe già individuato. Sarebbe anche lui noto alle forze dell’ordine per storie di droga. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA