Giustizia lenta: condannata l’Italia,
la battaglia dell'avvocato campano

Giustizia lenta, Strasburgo condanna l’Italia: il Governo pagherà i danni
Giustizia lenta, Strasburgo condanna l’Italia: il Governo pagherà i danni
di Marilù Musto
Venerdì 19 Marzo 2021, 16:18 - Ultimo agg. 16:52
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«Il tribunale di Salerno ha impiegato cinque anni per le indagini preliminari, facendo così prescrivere il reato senza mai svolgere un atto per accertare la verità, così come gli avevo chiesto. Ci sono voluti, poi, 14 anni affinché la corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo condannasse l’Italia per la lentezza della giustizia e per negligenza di chi amministra la legge, certificando che avevo ragione. Non so chi dei due sta messo peggio, se la giustizia italiana o quella europea».

Se la ride, Vincenzo Petrella, avvocato ed ex presidente della Casertana, la squadra di calcio della città di Caserta, che da ieri può dire di aver vinto la sua battaglia contro la macchina elefantiaca delle indagini negli uffici giudiziari italiani. E, nel suo caso, contro l’immobilismo. Una storia simile a tante altre. Che inizia con una querela depositata dall’avvocato di Grazzanise il 28 luglio 2001 e un procedimento che si è concluso il 17 gennaio 2007, data del licenziamento della pratica da parte del giudice delle indagini preliminari di Salerno.

LA STORIA
Ma la sentenza pubblicata ieri dalla corte di Strasburgo (relatori, i giudici Renata Degener Greffière e il presidente Ksenija Turković) è durissima e parte dall’esposto presentato prima in Procura a Santa Maria Capua Vetere e poi «girato» a Salerno dall’avvocato Petrella, lasciato nel dimenticatoio fino alla prescrizione. L’Italia ha, infatti, violato il diritto «a un equo processo per il ricorrente - si legge nel provvedimento - perché a causa della condotta negligente delle autorità, Petrella non ha potuto far statuire sulle sue richieste di risarcimento per diffamazione da un tribunale penale». Inevitabile la condanna dell’Italia che dovrà risarcire l’avvocato di 5.200 euro per danni morali e 2 mila per spese legali. Ora, la sentenza di Strasburgo finirà nel fascicolo del magistrato «lento» o presunto tale e il Csm dovrebbe aprire nei suoi confronti un procedimento disciplinare. Ma forse, a 20 anni dai fatti, anche questo processo potrebbe finire nella «pentola» della prescrizione. Risultato: nessun colpevole, solo il Governo italiano che dovrà pagare.

Un aculeo di mortificazioni come istituzione.

I FATTI
Vincenzo Petrella aveva denunciato l’ex quotidiano «Corriere di Caserta» per diffamazione. Il giornale aveva pubblicato una serie di articoli in cui Petrella sarebbe stato accusato di frode e corruzione. Sotto la lente dell’avvocato era finito il titolo «Buco dei mille miliardi firmato Petrella & Co». L’articolo, accompagnato da una fotografia dell’ex patron della Casertana, conteneva il seguente passaggio: «L’amministrazione sanitaria locale e la regione si sono dissanguate in sei anni».

L’INGIUSTIZIA
Petrella voleva costituirsi parte civile - nel processo penale - contro il quotidiano per diffamazione e reclamare 5 milioni di euro per i danni subiti. Ma non ha mai potuto farlo, perché le autorità hanno impiegato circa 5 anni e 6 mesi per le indagini e il giudice - con il reato ormai prescritto - ha deciso un non luogo a procedere. I togati di Strasburgo affermano che le indagini hanno «violato il requisito di durata ragionevole», evidenziando anche che il caso non era particolarmente complesso e che durante i 5 anni e 6 mesi non è stata condotta alcuna attività investigativa. Inoltre, nella sentenza la Corte indica che i diritti di Petrella sono stati violati anche perché l’uomo non aveva alcun ricorso a disposizione per far velocizzare la procedura. «È la prima volta che viene censurato il comportamento del giudice», spiega adesso Petrella. A Strasburgo ci sono andati giù pesante. L’avvocato di Grazzanise aveva bussato alla porta dei magistrati con la speranza di una giustizia veloce, ricevendo il nulla. L’ex presidente Petrella aveva chiesto pure di voler essere informato di una possibile classificazione della sua denuncia.

L’ARCHIVIAZIONE

E infatti, nel 2007, quando il tribunale di Salerno aveva restituito gli atti della querela senza aver fatto niente, l’ex presidente Petrella non si era certo fermato. Ed era andato a Strasburgo. Che, però, gli ha risposto dopo 14 anni.

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