Cosa sta succedendo sulla rotta balcanica? Quali dinamiche stanno orientando, da qualche mese, i flussi migratori provenienti da Afghanistan e Pakistan verso l’Italia piuttosto che nelle più ambite Germania e Francia? È, ancora, una casualità che in due casi su due i migranti arrivati nel nostro Paese viaggiassero nascosti in camion di pneumatici? E, infine, è sempre un caso che sia i migranti intercettati in Brianza domenica notte che quelli salvati ieri dall’assideramento a San Nicola la Strada fossero tutti minorenni eccetto uno? Di coincidenze, quando si parla di flussi migratori, di gente in fuga da guerra, fame, tortura, ce ne sono poche. Ieri notte, sull’area di servizio di San Nicola, la polstrada - gli agenti di Napoli Nord dipendente dalla sezione partenopea - hanno trovato cinque ragazzini di quindici anni e un ventunenne, tutti di nazionalità afghana, nascosti dentro un carico di gomme diretto all’Interporto di Nola.
Appostati per un servizio antirapina, i poliziotti hanno notato il telone muoversi e hanno controllato l’interno del rimorchio. Ne sono sbucati quattro ragazzini infreddoliti, affamati, spaventati. Un quinto è stato rintracciato poco distante dal camion: era quasi assiderato. Hanno chiesto acqua, cibo, una coperta. Il più grande dei tre, ventuno anni, si è fatto portavoce degli altri in un inglese stentato. «Siamo qui dentro da tre giorni, abbiamo mangiato solo un pacco di biscotti». Sono stati portati in sezione, rifocillati, poi accompagnati in ospedale. Ieri mattina, i minorenni sono stati affidati a una casa famiglia, il maggiorenne ha chiesto asilo e si trova ora in un centro d’accoglienza del Casertano. A breve, l’ufficio immigrazione della questura di Caserta si farà carico di ricostruire la loro storia che potrebbe svelare dettagli importanti sulle nuove rotte migratorie che sbattono contro i Balcani prima di arrivare in Europa.
La prima domanda cui dare risposta è come ci siano finiti nel rimorchio. A seconda di cosa emergerà sarà possibile capire se c’è un business, se c’è chi sta lucrando sui profughi in fuga dai vergognosi campi d’accoglienza allestiti in Serbia e Bosnia dopo i richiami della Cedu.