Strade-gruviera a Caserta,
transenne per l'ultimo cedimento

Strade-gruviera a Caserta, transenne per l'ultimo cedimento
di Franco Tontoli
Lunedì 14 Giugno 2021, 10:02
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In via Patturelli, tra gli incroci con via Ferrante e via Ceccano, da circa dieci giorni due transenne segnalano una buca di circa sessanta centimetri di diametro apertasi sull'asfalto che da pochi mesi era stato alla meglio rattoppato.

In presenza di cedimenti che non c'è strada del centro urbano che non ne abbia, l'intervento mai troppo sollecito è stato sempre lo stesso: un po' di badilate di catrame, quando va bene una ripassata livellatrice e via al prossimo cedimento. Che in via Patturelli s'è puntualmente verificato, in dieci giorni soltanto due transenne messe ad angolo acuto a delimitare la buca che è parecchio profonda, dopo un tre dita, in orizzontale, di composto bituminoso un po' di pietre e un fosso che per lungo tratto sembra non aspettare altro che allargarsi.
Buche e transenne, dovrebbero essere incluse nello stemma cittadino a indicare una calamità che nella nostra città viene affrontata con i «pannicelli caldi» delle palate di bitume accennate.
Di interventi radicali, sostanziosi, che prevedano lo scavo allargato e non soltanto l'allargamento della fistola, quindi con una massicciata di pietrisco e sabbione a cemento come sanno i capimastro efficienti per risanare e non incerottare a tempo tratti di strada condannati alle buche. Al Comune capoluogo non c'è più se ne vedono i risultati l'apparato organizzativo di un ufficio tecnico propriamente detto, che un tempo annoverava tecnici dirigenti, una squadra di operai per gli interventi immediati nel mentre per i più consistenti anche dal punto di vista finanziario si provvedeva a istruire le gare per appaltare i lavori a imprese esterne.

 

Oggi dilaga la esternalizzazione di funzioni, servizi, interi processi produttivi anche nei settori più sensibili come potrà avvenire per i servizi anagrafici e tributari.

L'organico di tutte le ripartizioni amministrative si sgretola per i pensionamenti, di concorsi integrativi nemmeno a parlare, automatizzazione dove possibile o l'affido all'esterno. Ad amministrare così un capoluogo che sfiora i 90mila abitanti basterebbe una giunta i cui componenti, se rapportati al direttivo del circolo universitario fondato nel 1961, farebbero la figura di giganti della pubblica amministrazione.

Ma così non è, battaglie ancora fumiganti per cambi di assessorato a tre mesi dalle votazioni senza che alla base degli scambi di posto ci fosse una motivazione operativa, fattiva e non soltanto una rampa di lancio elettorale. La città si sgretola da anni, non soltanto dal quadriennio trascorso ma anche da un paio dei precedenti, sul tavolo ipotesi di una «città futura» che sempre al futuro sarà declinata, non un'opera avviata che sia stata inaugurata e il Policlinico universitario, e l'Archivio di Stato sono soltanto due delle istituzioni «senzatetto» che vagano come barboni.

Le condizioni delle strade urbane sono la più evidente dimostrazione di questa politica del rappezzo in una città esteticamente sempre più decadente. Un ultimo dettaglio relativo alle strade del centro è rappresentato dal fai-da-te della sistemazione di vasi di conglomerati di varie forme, dei dissuasori di sosta propriamente detti, quelli del tipo «pandoro» o «panettone» ben visibili non hanno nulla, ve ne sono in via Sant'Agostino, non sono a norma di codice della strada che prevede i paletti anche per la protezione dei pedoni, sono soltanto ingombri non autorizzati, pericolosi per auto e pedoni tollerati nella città incontrollata.
 

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