Caserta, 118 sotto stress:
medici in fuga dai servizi di emergenza

Caserta, 118 sotto stress: medici in fuga dai servizi di emergenza
di Ornella Mincione
Mercoledì 8 Gennaio 2020, 08:34 - Ultimo agg. 10:54
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Dal primo al 6 gennaio il 118 di Caserta ha sostenuto 2.500 interventi. Un numero altissimo se si considera che in media sono stati 500 interventi al giorno, quasi il doppio rispetto al numero degli interventi in un periodo di ordinaria amministrazione. Interventi di ogni tipo, molti non catalogabili in emergenza e urgenza: addirittura la richiesta da parte della centrale operativa di adoperarsi per un cane. Una situazione che ha fatto sbottare tutti i camici bianchi in forza al servizio: i nuovi reclutati (i 18 che hanno ricevuto il conferimento di incarico vacante nei mesi scorsi e che hanno iniziato il primo gennaio) hanno già fatto presente ai diversi rappresentanti sindacali la volontà di voler lasciare l'incarico per motivi di altissimo stress. Anche i dipendenti già attivi, dal canto loro, hanno da protestare, perchè in queste giornate, a loro detta, hanno lavorato in modo disorganizzato e senza un effettivo filtro che dovrebbe svolgere la Centrale operativa attraverso il triage, ovvero il codice di gravità della condizioni del paziente per cui intervenire.

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«Siamo andati presso pazienti che non avevano affatto bisogno del nostro intervento - dicono alcuni dei medici del servizio del 118 -. Non è stato soltanto questo: la Centrale operativa ha smistato le ambulanze senza rispettare la territorialità. Ogni postazione ha un territorio di competenza, in modo che arrivi nel minor tempo possibile. in questi giorni è capitato, ad esempio, che una delle ambulanze di Caserta ha avuto l'ordine di andare a tutt'altra parte, come Aversa o Mondragone, dove le postazioni esistono e sono di competenza di quel territorio». I medici arruolati da poco hanno fatto sapere «che se le cose non cambiano, sono pronti ad andare via da Caserta già dal mese prossimo». Quelli già attivi, invece, lamentano una mala gestio del triage: «nella Centrale operativa ci sono medici ed infermieri. Hanno tutti la competenza per applicare un codice, telefonicamente. Invece, ci siamo trovati ad intervenire in pazienti cronici (quindi senza criterio di emergenzialità) o su pazienti che avevano una lieve ferita alla mano e chiunque l'avrebbe capito. Il colmo è accaduto qualche mese fa quando abbiamo ricevuto l'ordine di intervenire su un cane». Insomma, una situazione giunta al collasso e se prima la causa principale era la carenza di personale (in parte ora colmata dai medici del nuovo bando), ora sembra che ci sia una sorta di distacco tra la Centrale operativa e la rete della ambulanze. «Ci siamo resi conto - dicono i medici già dipendenti del'Asl casertana - che di continuo viene meno il criterio dell'appropriatezza. Noi operatori dell'ambulanza abbiamo la sensazione che l'intervento viene inviato a tappeto, in ogni caso. Forse, perchè a fronte di tante conseguenze medico legali, si ritiene più opportuno agire in questa direttiva. Fatto sta che il lavoro è decisamente stressante e i nuovi medici che da pochi giorni lavorano in questo territorio voglio andare via: in questo caso noi rischiamo di ritornare ad essere quel numero troppo esiguo per andare incontro alle esigenze dell'utenza».

A dire il vero, il numero dei medici attualmente attivi per il servizio del 118 non è quello che dovrebbe essere: mancano all'appello almeno circa venti dirigenti medici sulle ambulanze della provincia di Caserta. «Il numero di interventi di questi giorni è scandaloso e a monte di tutto ravvediamo tutti assoluta superficialità della categorizzazione del paziente oggetto dell'intervento stesso», continuano i medici. Intanto, all'azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta l'emergenza migliora, soprattutto di notte.

Il commissario straordinario Carmine Mariano ha ascoltato le richieste dei medici del Pronto Soccorso e della sigla Uil Fpl e ha deciso di aumentare di una unità il turno notturno: mentre qualche settimana fa erano attivi due medici e un altro in reperibilità, oggi ne sono tre a far fronte agli utenti che si rivolgono al nosocomio casertano.

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