La cifra del dolore nel mondo giustizia tra Antimafia e Misure di prevenzione con casi «limite» o borderline che, oramai, sono diventati «sistema». Posti dove spesso la vittima diventa anche colpevole. Sono alcuni degli spunti offerti ieri dal giornalista e saggista Alessandro Barbano, a un parterre di giuristi al convegno «Luci e ombre del Codice antimafia» promosso dalla Camera penale di Santa Maria Capua Vetere. L'incontro si è tenuto ieri nel Salone degli Specchi del Teatro Garibaldi ed è stato aperto dai saluti del sindaco (e avvocato) Antonio Mirra. A moderare gli interventi, il presidente della Camera Penale Francesco Petrillo che ha anche letto alcune pagine del libro di Barbano, «L'inganno», edito da Marsilio, testo sul quale si è sviluppato un interessante dibattito con gli altri relatori.
In particolare, l'avvocato Luigi D'Angiolella, amministrativista; Paolo Giustozzi, responsabile dell'Osservatorio misure di prevenzione Ucpi e Massimo Urbano, presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale sammaritano.
Barbano ha affrontato il caso di un imprenditore siciliano costretto a suicidarsi dopo un'odissea giudiziaria che lo vedeva vittima del pizzo di una «joint-venture» di cartelli mafiosi, benché assolto ma ugualmente perseguitato. «Siamo sicuri - si domanda Barbano - che fra i compiti e finalità della giustizia di prevenzione vi sia quella di dare il riconoscimento all'imprenditore che non ha pagato la tangente?» E ancora: «O è quella che deve inseguire l'imprenditore che non si è riusciti a condannare perché il reato è prescritto e quindi interviene la giustizia di prevenzione, come surroga del fallimento di quella ordinaria?».
A precedere l'autore, gli interventi dell'avvocato D'Angiolella il quale, elogiando il lavoro svolto da Barbano, ha segnalato che la legislazione antimafia, da eccezionale sta diventando paurosamente ordinaria. Una panoramica sulle Misure di Prevenzione è stata offerta da Paolo Giustozzi dell'Upci, mentre il magistrato Urbano ha parlato di attente valutazioni da parte della sezione che presiede ammettendo la necessità di alcuni correttivi nelle procedure.