Jabil, la trattativa è in alto mare:
tagli confermati, sospesa la riunione

Jabil, la trattativa è in alto mare: tagli confermati, sospesa la riunione
di Enzo Mulieri
Lunedì 25 Maggio 2020, 09:52
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Trattativa in alto mare. È stata sospesa la riunione durata fino a tardi, ieri sera, per la vertenza Jabil, dopo i licenziamenti ufficializzati per 190 dipendenti dello stabilimento di Marcianise. A seguito dell'ultimo confronto che la ministra del lavoro Nunzia Catalfo ha sollecitato con i quadri dirigenti della Corporate ( sempre in video conferenza) la proprietà statunitense ha infatti confermato i tagli, ponendo quale unica alternativa l'obbligatorietà per il personale di aderire al piano di ricollocazione già previsto da tempo e che vede coinvolte in questa operazione l'interessamento di 44 imprese. 

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La lettera di notifica dei licenziamenti, come è stato ribadito anche ieri, non è affatto nuova. Era già stata anticipata da Jabil alle parti sociali il giorno 10 febbraio ed era stata rispedita al mittente quasi come fosse una comunicazione dal taglio intimidatorio. A fronte della reiterazione di una proposta di tale genere, la discussione si è protratta lungamente, previa una ripetuta consultazione tra la responsabile del Dicastero del lavoro Catalfo, la rappresentanza del Mise, l'assessore regionale Sonia Palmeri. 

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Come dire che l'impasse che si è creato sulla vertenza sta diventando sempre piu complicato. Da una parte c'è Jabil che assicura il proprio impegno per una soluzione indolore della crisi, a prescindere dalle persistenti difficoltà procurate dall'emergenza sanitaria. Dall'altra le rivendicazioni dei dipendenti in esubero che vogliono avere garanzie adeguate sul piano del reimpiego, sulla consistenza delle nuove società disposte ad assumere. Sullo sfondo le posizioni piu dure del sindacato, in particolare della leader nazionale della Fiom, Francesca Re David, che considera il provvedimento di licenziamento non solo illegittimo ma anche strano. «Non è pensabile che una multinazionale prenda quello che gli piace di un decreto cosi osserva Re David - ed ignori quello che non piace». 

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Ma al di là delle valutazioni di ordine procedurale, a motivare le critiche piu aspre sono anche le occasioni di sostegno economico cui il datore di lavoro sembra voler rinunciare, irrimediabilmente perse. La prima negatività si potrebbe ripercuotere per Jabil già nel prosieguo del piano di reindustrializzazione che finora ha dato risultati solo parziali in termini di adesioni (vedi Softlab con 160 reimpieghi, il gruppo Orefice con 25 unità reinserite nel circuito produttivo).
 

Altra scelta che potrebbe rivelarsi non proficua per Jabil, in aggiunta alla mancata prosecuzione della cig per Covid, il non avere tenuto in debita considerazione l'opportunità di utilizzare uno strumento quale il Fondo per le nuove competenze, di vitale importanza per la riqualificazione del personale. Tante rinunce, insomma, che messe insieme rischiano di complicare al massimo il percorso dello stabilimento di Marcianise.

 
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