Piero Rossano, Sabbia – Afghanistan rewind: il libro sulle vite «invisibili» di giovani operai, granuli nel deserto

Nel cuore della narrazione ci sono due pietre azzurre, una sorta di talismano, tipico delle culture orientali

Piero Rossano, autore di Sabbia
Piero Rossano, autore di Sabbia
di Marilena Lucente
Lunedì 19 Dicembre 2022, 11:03 - Ultimo agg. 18:02
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Escono di notte, sotto la luce di potenti lampade elettriche. Mentre gli altri dormono, loro incominciano a lavorare. Centinaia di operai per ogni singolo cantiere. Precisione di gesti e confusione di lingue, rumore degli attrezzi e massima concentrazione. Un mese, massimo due: il nuovo grattacielo è già pronto. Gli Emirati Arabi crescono così, notte dopo notte. Grazie a giovani uomini, spesso poco più che ragazzi, che attraversano deserti di sabbia distese di acqua per poter lavorare.

Nasce da questa suggestione Sabbia – Afghanistan rewind, l’esordio narrativo del giornalista Piero Rossano pubblicato da Terra Somnia Editore.  

Dalla radio al web, passando per la televisione e la carta stampata, Piero Rossano si misura da decenni con la forza e l’urgenza della parola chiamata a raccontare la realtà.

Ma per il suo libro ha scelto di vedere – e di far vedere – «gli invisibili», quelli il cui lavoro è tanto necessario quanto scontato, quelli che lasciano la terra d’origine, spesso poveri villaggi, per andare a costruire intere città, tra strade, grattacieli, ipermercati, centri commerciali e case che, verosimilmente, non potranno abitare mai. Neanche se lavorassero tutta la vita. 

Nel frattempo vivono nelle baracche di lamiera, provando a dormire di giorno, anche se il sole sale e il caldo si fa asfissiante. Quelle baracche sono terra di nessuno, dove a malapena si conosce il nome del vicino di letto. In una di queste, arriva l’adolescente Nadir, tanto ingenuo quanto determinato, con una sacca, qualche quaderno e pochi soldi, spinto dalla necessità di ritrovare suo fratello, che da qualche mese non dà più notizie di sé. Scomparso nella immensa città che sembra fatta solo di ricchezza e benessere alla portata di tutti. Attraversandola Nadir si rende conto dei muri invalicabili che esistono tra quello che aveva immaginato di raggiungere e quello che sta sperimentando sulla propria pelle. 

A scompaginare i giorni e a riempirli di speranza arriva una ragazza, figlia dell’ingegnere che dirige i lavori del cantiere, che, con il suo travolgente entusiasmo e soprattutto con la visione della vita maturata frequentando le scuole occidentali, aiuterà Nadir a compiere la sua impresa.

Nel frattempo Al Jazeera racconta della smobilitazione del contingente americano in Afghanistan, l’amarezza e la paura delle popolazioni locali, le sole a pagare le conseguenze di una politica mondiale dai contorni ambigui, e delle violenze compiute in nome della democrazia. Piero Rossano aveva bisogno di incontrare un sognatore ostinato come il giovane Nadir per scrivere una storia ricca di sfumature emotive. Eppure risuona in queste pagine la sensibilità del giornalista che si interroga sempre sul perché dei fatti, ci entra dentro per comprendere le motivazioni che dettano lo svolgersi degli eventi. 

L’attenzione alla lingua, qui attenta e curata nella costruzione e nelle scelte lessicali – che servono ad avvicinare un mondo ancora lontano – si esprime nella ricerca dei dettagli come nella descrizione della città brulicante di vita e della natura, in questi scenari maestosa e potente. 

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Nel cuore della narrazione ci sono due pietre azzurre, una sorta di talismano, tipico delle culture orientali, metafora di questa storia che ha dentro di sé la spinta a unire quello che è diviso, a ritrovarsi come persone, certo, ma anche come popoli. 

Gli «invisibili», questa certezza ci aspetta alla fine del libro, sono pieni di storie. Il grattacielo è pronto, dotato di ogni meraviglia tecnologica. Ma di fatto è solo un’altra tessera dello sky line della città, una luce in più nel cielo artificiale della modernità. È stato molto più faticoso, e per questo più bello e più vero, quello che i personaggi di Sabbia sono stati capaci di costruire: immaginare il loro futuro, e andargli incontro. Il volume è arricchito dalle delicate illustrazioni di Maria Azzurra De Leo, che accompagna il lettore nell’incontro con Nadir e il suo mondo. 

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