Tre furti in una settimana. La sfortunata vittima è Antonio Bonacci (nella foto), docente di lettere in pensione di ben 99 anni, che da circa 7 giorni si è ritrovato nel vortice di un incubo che sembra non avere fine.
Tutto comincia la scorsa settimana, quando qualcuno si è introdotto nel perimetro dell'abitazione nella frazione di Zuni e ha rubato la sua vettura. L'auto venne poi ritrovata dai carabinieri poco lontano dalla casa, in circostanze tutt'ora avvolte nel mistero. Trascorrono poche ore e alle 2 del mattino del 23 ottobre due giovani irrompono in casa - a due passi dal Municipio - e lo rapinano: il bilancio del furto sarà di oltre 1.250 euro. La dinamica è stata ricostruita in maniera lucida da Bonacci: «Per entrare si sono presentati come carabinieri alla porta. Io non volevo aprire, ma dopo molte insistenze e un linguaggio forbito e consono mi hanno convinto. Lì ho capito chi avevo di fronte. È stato terrorizzante, li ho visti tutti vestiti di nero. Si sono accaniti contro di me, mi hanno scaraventato a terra dicendo «dammi soldi e oro, sennò ti fracasso». La refurtiva è stata recuperata dai carabinieri dopo che Bonacci ha identificato uno dei due ragazzi, ora arrestato. «Per due anni - continua il 99enne - questo ragazzo lavorava per me, avevo provato ad aiutarlo dandogli un lavoro come raccoglitore di limoni».
Ma l'incubo non era finito: nella notte tra mercoledì e giovedì, infatti, Antonio Bonacci è finito di nuovo nel mirino dei criminali: un uomo è riuscito ad entrare nell'appartamento al piano terra, dal quale ha portato via alcuni oggetti di valore e le chiavi di quella stessa vettura che era stata rubata pochi giorni prima e poi ritrovata. I carabinieri della locale stazione stanno vagliando la posizione di un 20enne, raggiunto da un fermo in attesa dell'esito di alcune verifiche.
Dopo i tre raid, alla veneranda età di 99 anni e due mesi il professor Bonacci fa una lucida analisi del contesto sociale dell'agro caleno in generale: «La società e le istituzioni, anche scolastiche ed ecclesiastiche, non vedono chi soffre, non aiutano chi ha bisogno.
D'altronde dopo l'escalation di un fenomeno sociale preoccupante come quello micro-criminale era arrivata la risposta dell'amministrazione guidata da Giovanni Rosario Lombardi. Solo poche settimane fa il paese è stato infatti installato il primo sistema di videosorveglianza della storia calena: decine di telecamere sono state disseminate sul territorio urbano lungo le strade più trafficate, agli accessi del paese e in prossimità di aree pubbliche strategiche per individuare eventuali responsabili di atti criminali e targhe dei mezzi. E in effetti l'utilizzo di una rete di occhi elettronici si sta diffondendo in tutti i comuni della zona.