Il pianista della Concordia sopravvissuto: «Schettino meritava l'ergastolo»

Il pianista della Concordia sopravvissuto: «Schettino meritava l'ergastolo»
di ​Claudio Lombardi
Sabato 13 Maggio 2017, 12:33
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CASERTA -  «Schettino meritava l’ergastolo». Non ha dubbi Antimo Magnotta, pianista della «Costa Concordia» scampato al naufragio grazie a una fuga che ebbe del miracoloso. Al momento della collisione, quella notte del 13 gennaio 2012, Antimo, 46 anni, di Recale, cittadina del casertano, stava suonando al bar «Helsinki», situato al centro della nave. Il palchetto era in una postazione privilegiata, «un balconcino privato sulla commedia umana».
«Sono senza parole», aggiunge. «Chi l’ha condannato a 16 anni e un mese non ha tenuto in minima considerazione la superficialità con cui quel comandante ha gestito o, meglio, non ha gestito il naufragio, che ha causato, non ce lo dimentichiamo mai, 32 morti». Per Magnotta, ci sarebbe voluta una condanna esemplare. «Esemplare – spiega – affinché quel tipo di buffonate, inchini e cose del genere, abbia fine e si ritorni all’umiltà di servire una missione che chiede ai marinai di essere, prima di tutto, uomini».
Oggi, Antimo vive e lavora a Londra: è il pianista del «Victoria and Albert Museum». È un apprezzato compositore e un «instagramer» molto seguito. Continua a coltivare le sue passioni, come la fotografia e la letteratura. Sul caso «Concordia» ha scritto un libro («Sette squilli brevi e uno lungo», edito da «Il Foglio») e ha composto uno struggente brano strumentale, intitolato «32».
 
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