Il Rotary consegna all'ospedale mascherine
donate dal re del latte sotto inchiesta Dda

Il Rotary consegna all'ospedale mascherine donate dal re del latte sotto inchiesta Dda
di Mary Liguori
Venerdì 1 Maggio 2020, 08:35 - Ultimo agg. 10:15
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A caval donato non si guarda in bocca ma, soprattutto, «a llietto stritto curcate ‘nmiezo» ché «’ntiempo e ‘uerra ogni buco è pertuso». 

E se non è stata una «guerra» - lo ha detto anche il governatore De Luca - quella per l’approvvigionamento delle mascherine, il senso bellico delle donazioni che piovono ormai ovunque non avrebbe ragion d’essere. Anche i Rotary Club Alto Casertano e Terra di Lavoro non hanno fatto mancare il proprio contributo in tal senso e hanno consegnato all’ospedale di Piedimonte Matese duemila Ffp2. La donazione è avvenuta nel corso di una inconsueta - visto il momento - affollata cerimonia. «Presenti - si apprende, infatti, dalla nota - il presidente Attilio Costarella, Pasquale Simonelli, della Rotary Foundation, il segretario Francesco Pace, Bennardo Di Matteo dell’ambulatorio di Terapia del dolore, e Giuseppe Casino, della Rianimazione, insieme a Daniele Ferrucci». Ma è nella seconda parte del lungo comunicato che salta fuori il quid in più.

«La donazione - è riportato - è avvenuta grazie alla liberalità delle famiglie Greco e Polese, alla loro società Mia Latte Srl, fondata nel 1953, operante sul territorio nella raccolta del latte di alta qualità». «È un piccolo gesto - è, ancora, scritto nel comunicato -, un segno di riconoscenza a medici e infermieri». 

Il gruppo Greco è sotto inchiesta da parte dell’Antimafia. Il monopolio del latte nel Casertano si sarebbe raggiunto, secondo la Dda, grazie a un accordo stipulato tra gli imprenditori stabiesi e i nipoti del boss Michele Zagaria. Indagine non vuol dire condanna, questo è scontato, ma la nota trionfalistica del Rotary ha scatenato qualche perplessità. Ché, dopotutto, a volte è solo questione di opportunità. E infatti, Attilio Costarella, presidente del Rotary Alto Casertano, spiega: «Siamo stati solo un tramite, non sapevamo di queste situazioni, anche se tutti sono innocenti fino all’eventuale condanna. Quando si fa de bene, poi, a volte non ci si va neanche ad informare. Abbiamo solo risposto alle esigenze del territorio».

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