Caserta, il sogno Palamaggiò
​affonda con la Juve

Caserta, il sogno Palamaggiò affonda con la Juve
di Salvatore Cavallo
Sabato 8 Agosto 2020, 11:41
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Il day after per la Caserta dei canestri è il giorno della presa di coscienza. L'addio alla serie A2 dello Sporting Club Juvecaserta si è materializzato e, dopo una notte agitata caratterizzata da ripetuti incubi, al risveglio il brutto sogno non è svanito, ma è divenuto realtà. I tifosi bianconeri, nonostante i tanti dubbi e le perplessità del caso, in fondo al cuore continuavano a cullare la speranza di non restare ancora una volta senza l'amata Juvecaserta. In un video pubblicato sulle pagine social del club, il presidente Nicola D'Andrea aspettava di scollinare per aprire nuovi orizzonti, invece è successo che, come un ciclista, è caduto rovinosamente alla prima curva e ha concluso anzitempo la corsa.

Dopo l'esclusione dalla serie A2 le prospettive per il club sono quelle dell'iscrizione in serie C, Gold o Silver, ovvero i primi campionati di competenza regionale. C'è da capire, tuttavia, se D'Andrea è interessato a disputare una categoria del genere, visto che nella nota diramata ieri ha precisato che «qualora non ci fosse un adeguato riposizionamento nella categoria inferiore (serie B), valuterà il ricorso al Tar». In realtà prima del ricorso alla giustizia amministrativa dovrà essere esperito il tentativo di quello al Coni; ma questa «inesattezza» non stupisce eccessivamente dopo i diversi comunicati pubblicati e poi puntualmente smentiti dalla realtà dei fatti. Resta tra l'altro da appurare se il club ha provveduto al saldo della prima rata Fip, anche perché, secondo indiscrezioni, il pagamento non sarebbe avvenuto né entro il termine del 31 luglio, né entro le 48 ore successive. In ogni caso il sodalizio di Pezza delle Noci avrebbe anche il fardello di un -3 in classifica per il ritardo nel saldo dell'ultima rata Fip dello scorso torneo a cui si potrebbe aggiungere un ulteriore -3 nel caso in cui il Mav della prima rata 2020/21 fosse stato effettuato entro le 48 ore successive alla scadenza.
FUORI DAL PALAMAGGIÒ
Sulla scrivania di D'Andrea, intanto, le pratiche da sbrigare aumentano giorno dopo giorno, considerato che con la mancata iscrizione in A2 il Palamaggiò tornerà a essere gestito da «Caserta città del basket». L'accordo stipulato con Raffaele Iavazzi, infatti, prevedeva la possibilità di utilizzare l'impianto di Pezza delle Noci solo nel caso in cui la Juvecaserta avesse preso parte alla serie A2. Altra gatta da pelare è la questione degli accordi stipulati con il giemme Marruganti, il diesse Johnson, il coach Oldoini, il team manager Antonio Terracciano, il comunucation manager Mele, l'assistant coach Agostino Terracciano e i giocatori Paci, Korsunov, Piccoli, D'Alessandro e Schina. Naturalmente nessuno è stato tesserato perché, tra l'altro, il mercato del club è sempre bloccato in conseguenza del mancato pagamento dei Bat di Siva, Czyz e Michelori.

Ferruccio Spinetti, contrabbassista degli Avion Travel e dei Musica Nuda nonché tifosissimo bianconero, ha pubblicato un post su Instagram intriso di amore per la squadra del cuore, ma con un'invettiva verso chi l'ha distrutta. Così Spinetti ha chiesto che «il nome e il marchio Juvecaserta venga ritirato per sempre e resti legato esclusivamente alla storia indimenticabile che questa maglia ha regalato alla città e all'intero Sud Italia sportivo»; nel post del contrabbassista si legge ancora «lasciateci almeno il ricordo, lasciateci la storia ed il passato glorioso. Caro presidente o presunti tali, ci avete umiliato, avete gettato fango non solo su una tifoseria, ma soprattutto su una città intera negli ultimi anni», per poi concludere con un invito a «tutti i casertani a non andare mai più al Palamaggiò semmai una pseudo squadra del presidente D'Andrea verrà iscritta in B o in C». 

Anche il «Club Ornella Maggiò» con un comunicato ha preso posizione in maniera decisa, sottolineando che «ci troviamo ad affrontare l'ennesimo disastro annunciato» e rilanciando la sfida: «La nostra battaglia comincia ora. Riaffermiamo con forza la necessità di avere un progetto autonomo, trasparente, che parta dal basso e che ci garantisca di non rivivere gli incubi del passato, tagliando completamente i ponti con le esperienze pregresse. L'obiettivo può essere raggiunto solo attraverso la partecipazione diretta di tifosi e appassionati».
 
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