Pozzi all'arsenico, le associazioni
protestano: «Siamo parti offese»

Pozzi all'arsenico, le associazioni protestano: «Siamo parti offese»
di Daniela Volpecina
Domenica 24 Marzo 2019, 13:50
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Pozzi contaminati nell'area ex Saint Gobain, l'associazione Legambiente - sezione di Caserta, il Comer (Comitato emergenza rifiuti) e il comitato cittadino di San Nicola la Strada «Città partecipata» si costituiranno parte civile nel procedimento penale instaurato dalla procura di Santa Maria Capua Vetere. I dodici pozzi d'acqua, sequestrati 6 settimane fa in località Lo Uttaro al confine tra i comuni di Caserta e San Nicola, avevano fatto riscontrare una notevole contaminazione da metalli pesanti, arsenico in particolare, presenti in alcuni casi in quantità 850 volte superiori a quanto previsto dai limiti di legge.

IL DANNO
«Il nostro legale ha dichiarato Nicola D'Angerio del circolo di Legambiente ha espressamente chiesto alla procura di indicare questa associazione come persona offesa nel procedimento per disastro ambientale, attualmente pendente contro ignoti, rappresentando altresì la volontà di costituirsi, successivamente, parte civile. Riteniamo infatti che lo sversamento, in questa cava, dei residui della produzione industriale, poi ricoperti da altri rifiuti inerti, che ha contaminato in modo significativo la falda acquifera, abbia generato un grave pregiudizio per la salute pubblica. Da qui il nostro intervento e l'impegno a seguire con molta attenzione l'evolversi di tutto il procedimento».

INDICE PUNTATO
Alcuni dei pozzi sigillati nel febbraio scorso dal Nucleo operativo ecologico e dal Nucleo investigativo di polizia ambientale, agroalimentare e forestale nell'ambito dell'indagine coordinata dalla procura di Santa Maria Capua Vetere, erano stati in realtà già oggetto - dieci anni fa - di due distinte ordinanze, emanate rispettivamente dagli allora sindaci di Caserta e San Nicola La Strada, che ne vietavano l'utilizzo ai fini dell'irrigazione.
«Ordinanze che spiega Domenico Pennino del comitato cittadino di San Nicola sono state solo parzialmente rispettate dagli agricoltori della zona malgrado fosse già stata rilevata dall'Arpac, in quest'area, la presenza di notevoli quantità di metalli pesanti e soprattutto di arsenico noto per la sua elevata tossicità». In attesa del completamento dei carotaggi, tutt'ora in corso, che dovranno verificare una eventuale contaminazione anche dei suoli, Pennino si augura che nessuno violi i sigilli: «Bisognerebbe innanzitutto tombare questi pozzi per far sì che non venga più prelevata l'acqua per le coltivazioni e poi sarebbe opportuno procedere con la rimozione dell'arsenico e la messa in sicurezza del terreno». Quest'area, negli anni Settanta, era stata soprannominata la «piscina rossa» per il colore dei fanghi e degli scarti di lavorazione sversati nella vasca di scavo: «La fortuna ha commentato Pennino è che questa vasca avesse le pareti di tufo che hanno impedito all'arsenico di propagarsi orizzontalmente».

I RITARDI
«I primi dati sulla presenza di arsenico in queste acque spiega Nicola Santacroce, ex dipendente Arpac e membro del comitato cittadino di San Nicola sono stati diffusi nel 2008. Resta un mistero il perché la magistratura si sia mossa solo ora. Undici anni dopo le prime analisi. Il rischio, a questo punto, è quello della prescrizione. Almeno per alcuni dei reati contestati». L'area coinvolta si estende su una superficie di circa quindicimila metri quadrati in una zona, un tempo a vocazione industriale, poi trasformata in residenziale con la presenza di case, scuole, uffici pubblici e attività commerciali. Un dato anch'esso sotto i riflettori della procura. La variazione della destinazione urbanistica sarebbe dovuta essere preceduta infatti da una bonifica dell'intera zona che non è mai stata effettuata. Il fascicolo aperto dalla procura attualmente è contro ignoti ma non è un mistero che le indagini mirino ad accertare eventuali responsabilità delle pubbliche amministrazioni che si sono succedute negli anni. Tra i reati contestati ci sono il disastro ambientale e l'avvelenamento delle acque.
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