Il vescovo ai vertici Jabil: «Non badate alle cifre ma al futuro di 190 operai»

La lettera indirizzata al vice presidente della multinazionale americana, John Bahaz

Il vescovo
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di Franco Agrippa
Lunedì 30 Gennaio 2023, 07:59 - Ultimo agg. 17:21
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Mancano, ormai, due giorni alla scadenza della cassa integrazione per i lavoratori della Jabil e per 190 di loro mercoledì, a meno di novità dell'ultima ora, dovrebbero partire le lettere di licenziamento. I lavoratori continuano lo stato di agitazione, con uno sciopero di 8 ore convocato per oggi con una manifestazione che prenderà il via nei pressi dell'Outlet La Reggia; domani, ultimo giorno prima dei licenziamenti invece, altra astensione dal lavoro e manifestazione a Napoli sotto il palazzo della Regione, in via Santa Lucia.

Dopo la solidarietà espressa ai lavoratori della Jabil anche nell'omelia del Te Deum, l'ultimo dell'anno, il vescovo di Caserta, monsignor Pietro Lagnese, ha scritto un'accorata e articolata lettera al vice presidente della multinazionale americana, John Bahaz, che si conclude con l'appello a sospendere i 190 licenziamenti e concedere almeno un altro mese di tempo affinché si possano trovare soluzioni alternative. «Mi rivolgo a lei dice il prelato - e, attraverso la sua persona, all'intero consiglio di amministrazione della Jabil e al suo presidente Mark Mondello. Le scrivo con atteggiamento rispettoso, in qualità di vescovo di Caserta, così come ho già fatto qualche giorno fa con i rappresentanti del Governo italiano per sostenere la causa dei 190 lavoratori della Jabil di Marcianise a poche ore dal loro licenziamento. Dietro questo numero 190 ci sono i volti e le storie di persone che soffrono e, insieme alle loro famiglie, sono in pena e vivono momenti di agitazione». Monsignor Lagnese, parla, poi, della situazione critica che l'Italia sta attraversando e, in particolare, la provincia di Caserta dove «cresce la povertà. Qui la forbice delle disuguaglianze si sta sempre più divaricando, soprattutto per la mancanza di lavoro» e citando Papa Francesco afferma che la «dignità di questa persone chiede un lavoro, e quindi un progetto in cui ciascuno sia valorizzato per quello che può offrire agli altri. Il lavoro è davvero unzione di dignità!».

Il presule sottolinea anche che «il caso Jabil e quello di altre aziende presenti sul territorio è emblematico di come il Meridione d'Italia e, in special modo, la provincia di Caserta siano stati deindustrializzati. Questa nostra terra casertana grazie alla testimonianza profetica tanti laici e sacerdoti in favore della giustizia e della pace sta provando a combattere una battaglia contro le organizzazioni illegali e malavitose che, come sappiamo soffocano la libertà e la dignità delle persone, avvelenano l'economia, schiavizzano i poveri e impediscono che si sviluppi il bene comune». Apprezzando gli sforzi fatti finora dalla multinazionale per evitare di ridurre il personale in tempo di pandemia, il Vescovo, pone l'accento sulla triste realtà dei 190 licenziamenti che partiranno mercoledì e rivolgendosi a Bahaz dice: «Dottor John, intendo parlare ai vertici dirigenziali della Jabil con carità ma nella verità. I licenziamenti sono stati da voi giustificati al fine di salvaguardare il sito di Marcianise assicurandone la sostenibilità economica. In proposito intendo richiamare il magistero di Papa Francesco il quale non si stanca di ripetere che non possiamo condannarci a modelli economici che concentrino il loro interesse esclusivamente sui profitti come unità di misura ignorando il costo umano, sociale e ambientale che questo comporta».


E, infine, rivolge l'ultimo appello: «Ripongo fede nel vostro operato di queste ore.

Chiedo, perciò, umilmente al consiglio di amministrazione della Jabil e al suo presidente, la sospensione dei licenziamenti e domando che si proceda, come suggerito dal Governo italiano, a richiedere un ulteriore periodo di cassa integrazione».

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