«Noi sul fronte del fuoco a Caserta,
in due giorni quaranta focolai»

«Noi sul fronte del fuoco a Caserta, in due giorni quaranta focolai»
di Francesco Vastarella
Giovedì 21 Luglio 2022, 10:57 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 17:02
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Ingegnere Carlo Federico, comandante provinciale dei vigili del fuoco, quando finirà la battaglia sul fronte del fuoco?
«Non se ne parla, per ora. Il caldo non ci aiuta. Sto per fare colazione. Poi, lo so già, dalle 14 alle 17 la battaglia da affrontare sarà difficile per chi opera nel coordinamento e chi opera sul campo. Vi sarete resi conto della situazione nella notte con le colonne di fumo e i cerchi di fuoco che abbiamo dovuto affrontare intorno a Caserta e in zone come Maddaloni, Marcianise, Mondragone, il litorale. Ho contato quaranta interventi in 48 ore, tradotto vuol dire un allarme ogni ottanta minuti».

Ce la farete a reggere questo ritmo?
«Ci sono squadre costrette a fare prolungamenti di dodici ore dopo un turno di dodici.

Immaginate lo stress e la fatica».

Quanti uomini sono impegnati in tutta la provincia di Terra di lavoro?
«Sono 250 vigili del fuoco distribuiti in turni e in sei distaccamenti. Per fortuna abbiamo il supporto dalla Regione con il servizio antincendio nei boschi e il piano di prevenzione e azione per la Terra dei Fuochi. Abbiamo squadre regionali posizionate a Mondragone e Marcianise e impegnate contro i roghi di rifiuti. Poi ci sta l'antincendio boschivo con base a Mondragone. Infine un supporto economico per gli straordinari alle nostre squadre, di fatto la prima linea di questa che sta diventando una autentica guerra».

Dove sono in questo momento le situazioni più difficili da affrontare?
«Intorno a Caserta e sul litorale, soprattutto Mondragone: ci sono gli incendi più estesi. Poi ci sono gli incendi più piccoli, niente affatto da sottovalutare: se ci chiamano in tempo e ammesso che abbiamo in quel momento le forze disponibili, l'intervento evita il peggio con l'estendersi dell'area in fiamme nel giro di qualche ora. Ai cittadini dico: chiamateci sempre, non sottovalutate le situazioni. Per noi è più facile se agiamo in tempo, un ritardo può costare caro a tutti».

Temete molto di più sterpaglie e rifiuti sembra di capire.
«Sì. Le sterpaglie prendono fuoco in niente e i rifiuti fanno da carburante. Una miscela micidiale. Pochi minuti fa abbiamo preso in carico un incendio sull'Asse a Marcianise: sterpaglie e immondizia scaraventata dalle macchine. Un mozzicone ed ecco l'inferno. Poco prima segnalazione da Le Vagnole, Mondragone, stessa situazione. E poi sull'autostrada tra Capua e Santa Maria Capua Vetere. Scenario difficile, le auto costrette a passare tra colonne di fumo e asfalto incandescente».

Come si potrebbe evitare o attenuare tutto questo?
«Banale, tenendo pulite le strade, i campi, i boschi».

A chi tocca?
«A chi ha in carico arterie di collegamento, ai comuni e anche ai privati titolari di campi incolti dove fanno crescere erbacce che diventano sterpaglie. È un'opera di prevenzione primaria. Si sa quel che succede nei periodi di caldo torrido e quali sono le conseguenze dopo. Agire in primavera è la prima cosa da pensare e prevedere».

Vuol dire che bisogna imporre anche ai privati di mettere in sicurezza campi incolti o abbandonati?
«Certo. I sindaci potrebbero fare delle ordinanze monitorando il territorio o servendosi delle denunce dei cittadini. Chi non ripulisce esponendo intere comunità al rischio va sanzionato. E poi servono azioni di contrasto severe contro chi getta rifiuti sui bordi delle strade: sono bombe incendiarie, pericolose non solo per il danno all'ambiente e alla salute, gli automobilisti e i motociclisti rischiano di rimanere intrappolati tra fumo e fiamme. Abbiamo avuto esempi di persone che ci hanno rimesso la vita».

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