Un incendio è divampato nei campi tra Lusciano e Parete ed ha distrutto due baracche occupate da senzatetto. I vigili del fuoco, intervenuti per spegnere le fiamme che hanno interessato due baracche, hanno recuperato il corpo di un uomo. Non è stato ancora identificato ma dovrebbe essere un senzatetto, probabilmente un immigrato. Le cause, stando ai primi accertamenti dei vigili del fuoco, sarebbero accidentali.
Una tragedia dell'indigenza e della disperazione, legata probabilmente allo sfruttamento lavorativo nelle campagne del Casertano, da sempre fronte caldo del caporalato: una persona, probabilmente un bracciante agricolo di cui non si conoscono generalità e neanche il sesso - ma dovrebbe essere un uomo - è deceduta nella notte nell'inferno di fuoco della baracca di fortuna in cui sopravviveva.
Non era una baraccopoli quella di Lusciano, ma due baracche le cui fiamme si sono levate alte nella notte; a
poche decine di metri ce n'era un'altra disabitata e con all'interno degli attrezzi agricoli.
I carabinieri di Lusciano hanno sequestrato l'area. Non è improbabile inoltre che la vittima dormisse; i vigili del fuoco del distaccamento di Aversa hanno l'hanno trovata sotto le lamiere annerite e ammassate, ormai carbonizzata, come se non avesse neanche provato a scappare. «Non è dignitoso morire in questo modo» ha detto il sindaco di Lusciano Nicola Esposito. «Abbiamo accertato che il terreno è gestito da un affittuario di
Lusciano, che ora dovrà chiarire la sua posizione con i carabinieri. E' probabile che la vittima fosse un bracciante, anche perché è stata trovata una bici bruciata». Per Giovanna Basile, segretario della Flai-Cgil Campania e Napoli, si tratta «dell'ennesima vittima invisibile della mancata politica di accoglienza nel nostro Paese». Mimma D'Amico, del Centro sociale ex Canapificio di Caserta, da sempre in prima linea per la tutela dei migranti, afferma che «pur non sapendo ancora se si tratti di donna o uomo, si può però immaginare che si tratti di una persona fragile, senza relazioni sociali tali da garantirgli un riparo presso gli amici o un centro di accoglienza. Probabilmente un bracciante che doveva fare da guardiania al vigneto ed essere a disposizione per eventuali lavori di potatura».
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