Morti sull'ex Statale 265, il Comitato:
«L'ennesima tragedia annunciata»

Morti sull'ex Statale 265, il Comitato: «L'ennesima tragedia annunciata»
di Giuseppe Miretto
Sabato 8 Maggio 2021, 09:34 - Ultimo agg. 18:38
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Il giorno dopo, più di un clima di lutto, si respira un'atmosfera da «choc collettivo». Mai incidente ha avuto così tanti testimoni oculari: il 41enne Gabriele Barile e Antonio Ferrara (37 anni) hanno perso la vita in uno dei punti più frequentati e trafficati di via Forche Caudine, prolungamento dell'ex statale 265 dei Ponti della Valle, sede di numerosi bar, negozi, pasticcerie. E proprio per questo, saranno le telecamere di videosorveglianza a documentare l'esatta dinamica del sinistro.

I filmati già sono stati acquisiti dai carabinieri. E soprattutto su di essi, oltre ai rilievi metrici, lavoreranno il perito nominato dalla Procura della Repubblica e i consulenti di parte. Gabriele Barile, che viaggiava sulla parte posteriore dello scooter, è stato sbalzato in aria. Un volo letale: il suo corpo è stato ritrovato a quasi 20 metri di stanza. Lascia due figli (di 20 e 13 anni). Antonio Ferrara invece non ce l'ha fatta sebbene sia stato sottoposto a una disperata e prolungata azione di rianimazione. Sulle salme sarà eseguito l'esame autoptico la prossima settimana. Il sinistro si è consumato nel micidiale groviglio di via Starzalunga: un punto quasi in curva e con ben due immissioni laterali. Un incidente da copione, quasi scontato. Diretti verso la variante Anas Maddaloni-Santa Maria Capua Vetere, le vittime hanno impattato la fiancata laterale di una Citroen Picasso che aveva impegnato l'incrocio. Secondo le procedure di rito è stata ritirata la patente alla 53enne, conducente della vettura, che viaggiava con la figlia. Negativa agli esami tossicologici, è indagata per omicidio stradale colposo. Tre i fattori decisivi per le decisioni dei consulenti: il traffico intenso, la velocità dello scooter, i tempi di impegno dell'incrocio. Le vittime in passato sono state coinvolte in altri incidenti.

Ma il giorno dopo, l'attenzione è monopolizzata dalle polemiche. Parla Peppe Riccio, agricoltore e testimone del sinistro: «Non ricordo in più quanti incidenti mortali, tra Valle di Maddaloni e Maddaloni, ho assistito o sono stato coinvolto come soccorritore.

Ma un volo così drammatico non lo avevo mai visto. È una scena che non riuscirò a dimenticare. Indipendentemente dalla dinamica, so molto bene, per esperienza personale, che un traffico così intenso, degno di un'autostrada dove le auto e le moto viaggiano a file parallele e con continue intersezioni, non è sostenibile su una strada così malandata. Qui, il rischio zero o controllato non esiste, sia che si proceda a passo d'uomo che a velocità sostenuta».

 

Ridiventano di drammatica attualità le relazioni tecniche, elaborate dal «Comitato per la sicurezza della ex statale 265», e presentate in Prefettura. «Abbiamo documentato in ambito istituzionale -spiega Pasquale Vigliotta- grazie alla sensibilità del vice-prefetto vicario Michele Lastella, i rischi di una strada pericolosa. Ci saranno forse delle responsabilità da accertare, ma le vittime pagano lo scotto di una infrastruttura priva di vie di fuga, illuminazione, immissioni a norma». Oltre le recriminazioni, c'è già un progetto, fattibile e cantierabile, per decongestionare l'ex statale 265 dei Ponti della Valle. «Ne sono due precisa il sindaco Andrea De Filippo- per deviare il traffico pesante da una vecchia arteria satura. Vogliamo al deviazione del traffico pesante e interprovinciale, da e per l'Interporto, lungo le nuove strade costruite nella piattaforma intermodale. Così come abbiamo chiesto a Rfi, di aprire un varco di collegamento diretto con l'A30 e l'A1». 

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