Industria hi-tech, Caserta
si scopre prima in Campania

Industria hi-tech, Caserta si scopre prima in Campania
di Domenico Zampelli
Lunedì 26 Agosto 2019, 12:00
3 Minuti di Lettura
La Silicon Valley campana? Potrebbe sorgere in provincia di Caserta. Territorio che raccoglie la percentuale più alta di imprese ad alta e medio alta tecnologia. Lo dicono i numeri di una ricerca pubblicata dal Sole 24Ore, che ha sviluppato i dati forniti dall'Ocse e dall'Ufficio Studi della Camera di Commercio di Milano.

Da queste parti la percentuale di imprese al massimo livello di tecnologia avanzata raggiunge una percentuale dell'1,8%, che in termini numerici assoluti vuol dire 91 realtà imprenditoriali. Non solo locomotiva regionale ma ai vertici anche a livello meridionale. In Campania seguono Napoli (1,7%) e Salerno (1,6%), con Benevento a quota 1,5% e Avellino in coda all'1%.

E la vetta non è lontanissima: al primo posto c'è Milano, con il 6,3% delle imprese caratterizzato da un alto livello di tecnologia, seguita poi da Trieste (5,7%), Roma (4,6%), Bologna e Torino, (entrambe appaiate a 4,5%). Ad ogni modo è lontano anche il club delle province zero virgola sul versante dell'alta tecnologia. Sud, ma non solo: vi rientrano infatti Aosta, Imperia, Fermo, Prato, Pistoia, Ragusa e Matera.
 
Un primato territoriale, quello made in Caserta, che si conferma anche nello scaglione immediatamente successivo, quello che misura le realtà imprenditoriali a tecnologia medio alta. In questo caso i distacchi rispetto al resto della regione sono ancora più evidenti. Caserta infatti raggiunge una percentuale dell'8,3% (in termini assoluti si contano 409 imprese), mentre Salerno si ferma a quota 7,7%, Napoli al 7% tondo, ed in coda ci sono ancora Benevento (6,2%) e Avellino (6%). La performance che ne deriva pone la provincia di Caserta nella casella 31 a livello nazionale nazionale, nell'ambito di una graduatoria che è stata sviluppata mettendo insieme tecnologia alta e medio alta. E si tratta di una connotazione forte e radicata, come dimostra la stabilità occupazionale (sono circa 2.500 gli addetti) in questo importante settore. Naturalmente la fetta più grande nel mondo delle imprese casertane continua ad essere appannaggio di realtà a tecnologia medio bassa o addirittura bassa. Nel primo settore se ne ritrovano 1.279 (percentuale del 26%), nella fascia a bassa tecnologia ve ne sono 3.159 (percentuale del 64%). Numeri sulla bassa tecnologia che peraltro non devono spaventare se si considera la forbice tra i valori: da un lato infatti Massa Carrara, la realtà con il valore percentuale inferiore, è al 40,2% (non proprio un abisso rispetto a Caserta), e d'altro canto Prato è prima assoluta con uno schiacciante 91,8%, seguita da Fermo (85,2%), e Firenze (a quota 77,3%).

È infatti Massa Carrara la realtà con il valore percentuale inferiore (40,2%), mentre Prato è prima assoluta con un ben poco incoraggiante 91,8%, distaccando di sei punti pieni la seconda provincia in graduatoria, vale a dire Fermo (85,2%), e di ben quattordici punti la terza (Firenze a quota 77,3%).

Ma quali sono i settori più presenti nell'alta tecnologia? Telecomunicazioni, veicoli spaziali, apparecchi ottici sistemi informatici prodotti farmaceutici e chimici, fibre, veicoli elettrici e imbarcazioni. Una realtà che misura il futuro, e in termini sempre più consistenti: in Italia sono complessivamente 55.837 le imprese che rientrano nelle prime due macro categorie della tecnologia (di cui 10.194 in quella alta) con una ricaduta in termini occupazionali dimostrata da quasi un milione di addetti.

Una sfide che in molti hanno raccolto in provincia di Caserta. La Silicon Valley non è dietro l'angolo, ma la road map è questa. Tenendo presente la connotazione dell'innovazione sostenibile attivata dalle realtà ai vertici in Italia, così come emerge dallo studio. Necessario quindi promuovere ricerca e innovazione, coniugandole con una maggiore sicurezza sul lavoro ed una sostenibilità ambientale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA