«Io, sindaco, ho premiato il maresciallo
della stazione carabinieri che mi arrestò»

«Io, sindaco, ho premiato il maresciallo della stazione carabinieri che mi arrestò»
«Io, sindaco, ho premiato il maresciallo della stazione ​carabinieri che mi arrestò»
di Marilù Musto
Giovedì 17 Giugno 2021, 13:29 - Ultimo agg. 16:05
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«Ho premiato il maresciallo della stazione carabinieri del mio paese, quella stazione che nel 2019 mi notificò l'ordine di arresto». Il sindaco e l’imputato concordano: l’onorificenza andava data. E non possono fare altrimenti perché imputato e il sindaco sono la stessa persona, divisa fra l’uomo accusato di tentata concussione e il primo cittadino eletto. Lui è Salvatore Martiello, 43 anni, sindaco da cinque e un impegno nel settore sociale fin da giovanissimo nel suo paese, anche prima che diventasse primo cittadino. Due giorni fa, Martiello ha consegnato l’onorificenza al maresciallo della stazione di Sparanise. 

Il sottufficiale Alfonso Alborino è stato, infatti, insignito del titolo di «cavaliere al merito della Repubblica Italiana» per il lavoro svolto nella sua stazione.

Ma chi designare per il rilascio del titolo in rappresentanza della Repubblica italiana? Il sindaco, ovviamente. E così, martedì mattina, Salvatore Martiello si è infilato la giacca ed è corso in Prefettura a Caserta. L’appuntamento era per le ore 10 e 30, ma alle 10 il sindaco era già davanti al palazzo di Governo di piazza Vanvitelli. Poco imbarazzo, in Prefettura. Atteggiamento istituzionale. Qualche sorriso. 

In realtà, Martiello non è mai andato in carcere. I carabinieri due anni fa (era febbraio 2019), gli notificarono l’ordinanza degli arresti domiciliari e dopo circa una settimana il tribunale del Riesame annullò la misura. Lui, sindaco-imputato, non ha mai voluto commentare le accuse che come pungoli continuano a ferire, ma si è sempre limitato a dire: «È necessario fare chiarezza, in sede giudiziaria, su tutto e tutti. Si tratta di un processo per il quale la società civile sembra avere le idee chiare su chi ha fatto cosa e perché». I simpatizzanti del sindaco hanno sospettato che dietro all’arresto ci fosse una sorta di congiura di oppositori, ma di certo le accuse sarebbero state corroborate da prove raccolte anche dai carabinieri e probabilmente anche da quel maresciallo - ora cavaliere - che all’epoca pare fosse ancora brigadiere. Non fosse altro per il fatto che il 26 maggio scorso il giudice ha deciso per il rinvio a giudizio di Martiello e per l’ex segretaria comunale Daniela Rocco. La contestazione della Procura di Santa Maria Capua Vetere è di tentata concussione. A difendere il sindaco in aula ci sarà l’avvocato Angelo Raucci. Sono trascorsi due anni e più da quell’arresto e, al netto di questa lunga storia, Martiello non ha voluto inviare in Prefettura un sostituto per la consegna della pergamena ad Alborino, segno di un fair play degno di un racconto. D’altra parte, i carabinieri hanno fatto il proprio dovere quando fra le mani si ritrovarono la segnalazione. Il sindaco, stando all’accusa, avrebbe favorito ditte amiche all’amministrazione nell’appalto delle iniziative natalizie 2017. Per la Procura «Martiello avrebbe compiuto atti idonei a indurre il presidente dell’associazione Pro Loco di Sparanise a coinvolgere in tale programma determinate ditte. Dopo l’avviso vinto dalla Pro loco, con una delibera di giunta il Comune aveva deciso di revocare l’affidamento da 16mila euro e di gestire gli eventi con un costo maggiorato di circa 2mila euro, affidandoli a un comitato e a un’associazione che erano stati esclusi». La difesa spiegherà che il surplus economico era giustificato da altri eventi. La prima udienza ci sarà il 27 ottobre. In quella occasione il sindaco e il maresciallo si rincontreranno: il primo seduto nel banco degli imputati, il secondo in qualità di testimone.

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