Jabil, operai in marcia per Roma: c'è l'incontro al Ministero

In ballo ci sono i 190 licenziamenti decisi dalla multinazionale americana lo scorso 23 settembre

Un presidio operai Jabil
Un presidio operai Jabil
di Franco Agrippa
Giovedì 23 Febbraio 2023, 08:45
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Potrebbe essere un giorno decisivo, oggi, per i lavoratori della Jabil. Per questa mattina alle 10, infatti, la sottosegretaria Fausta Bergamotto ha convocato il tavolo per la vertenza Jabil presso la struttura delle crisi d'impresa del Ministero dell'Imprese e del Made in Italy. Come lo scorso 24 gennaio, quando c'è stata l'ultima riunione a Roma, via Molise sarà invasa dai lavoratori dello stabilimento di Marcianise per sostenere i sindacati nella difficile trattative per la difesa del loro posto di lavoro.

In ballo ci sono i 190 licenziamenti decisi dalla multinazionale americana lo scorso 23 settembre. Un provvedimento prorogato grazie all'intervento del Mimit che ha concesso due proroghe di cassa integrazione. L'appuntamento per i lavoratori è alle 6 fuori i cancelli della fabbrica, nella zona industriale di Marcianise, da dove partiranno i pullman per Roma messi a disposizione dalle segreterie provinciali di Fim, Fiom, Uilm e Failms. Quello di oggi potrebbero essere l'ultimo confronto istituzionale prima della scadenza del 28 febbraio, quando terminerà la cassa integrazione, dopo il quale l'azienda sarà libera di iniziare ad inviare le lettere di licenziamento. I lavoratori da inizio mese stanno effettuando scioperi a scacchiera, ogni giorno un'ora per turno, ma la situazione non si è sbloccata. Anzi, mentre dall'inizio del mese di febbraio avevano chiesto di anticipare la riunione del tavolo di crisi, di tutta risposta la data è stata stabilita per oggi, quando mancano appena cinque giorni ai licenziamenti.

La fiducia nelle istituzioni è sempre più debole, tutte le promesse di lavoro sono fallite. È chiaro che dopo cinque mesi di lotte, manifestazioni e appelli tra i lavoratori circola molta sfiducia che la vertenza si possa risolvere positivamente per loro, a meno di soluzioni dell'ultima ora.

Molti di loro, però, sperano ancora, almeno in altri ammortizzatori sociali che il Governo dovrà individuare visto che la Jabil ha già fatto ricorso alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria prevista dalla legge.

La prima richiesta dei sindacati al tavolo di oggi sarà il ritiro della procedura di licenziamento, per poi cercare di trovare soluzioni ben definite. Secondo l'azienda, come i vertici hanno affermato presso il Mimit, «gli esuberi rappresentano un problema strutturale risalente al 2020 e le condizioni di mercato attuali non consentirebbero di ritirare o rinviare ulteriormente la procedura di licenziamento che risulterebbe inevitabile per recuperare stabilità economica e la reputazione tra i clienti, oltre che a garantire un futuro sostenibile ai restanti 250 lavoratori». Nessuna novità, inoltre, sui progetti di reindustrializzazione che possano coinvolgere i 190 lavoratori che la Jabil vuole licenziare; oggi, comunque, al tavolo romano ci saranno anche l'azienda Tme di Portico di Caserta ed Invitalia, società partecipata dal Mimit, che insieme avevano intenzione di assumerne 140 lavoratori dalla Jabil nei prossimi mesi.

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Quella della newco Tme è stata l'unica proposta fatta nel tavolo. Il piano presentato qualche settimana fa dalla Jabil con la Tme per la ricollocazione dei 190 lavoratori, però, fu respinto dai sindacati, che lo definirono «irricevibile», perché si trattava di «un progetto che per ora non ha neanche uno stabilimento e che i lavoratori Jabil hanno bocciato per evitare di ritrovarsi nella situazione dei tanti colleghi ricollocati in Softlab e Orefice». I sindacati ed i lavoratori ribadiscono che vogliono fare accordi che diano garanzie, con un progetto finalizzato, che deve essere monitorato e con un passaggio diretto.
 

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