«Salviamo i lavoratori della Jabil». È l'appello lettera aperta del vescovo di Caserta, monsignor Pietro Lagnese, ai ministri del Lavoro e delle Imprese e del Made in Italy e ai parlamentari casertani; la Jabil, multinazionale Usa, ha annunciato 190 licenziamenti al sito di Marcianise.
«Cortesi Ministri, onorevoli parlamentari, senatori e deputati eletti nei collegi casertani, mi rivolgo a voi con spirito umile e rispettoso - scrive Lagnese - per segnalarvi quanto già evidenziato nel mio Discorso alla Città in occasione del Te Deum di fine anno. Ho incontrato una rappresentanza dei lavoratori della Jabil di Marcianise i quali mi hanno rappresentato la drammaticità della loro situazione: il 31 gennaio prossimo per 190 dipendenti - cioè per circa il 50% della forza lavoro della fabbrica - arriverà il licenziamento per problemi legati alla sostenibilità economica del locale stabilimento industriale, unico esistente in Italia facente parte della multinazionale Jabil, che conta nel mondo 260.000 dipendenti dislocati nelle 100 sedi presenti in 30 Paesi».
«Come Vescovo - prosegue - non intendo sostituirmi alle istituzioni preposte ma nello stesso tempo non posso non farmi uno con la vita, la storia, le tristezze e le angosce delle donne e degli uomini affidati alle mie cure pastorali. Ritengo sia necessario un intervento governativo.
A proposito del dramma del lavoro. Anche il vescovo di Napoli Mimmo Battaglia non si sottrae. E afferma: «La Chiesa di Napoli si è sempre posta accanto al grido dei disoccupati e di coloro che il lavoro lo hanno perso. Una delle radici della povertà dilagante nel nostro territorio è la mancanza di lavoro. Il risollevamento delle sorti di questa città passa necessariamente attraverso possibilità concrete di un lavoro dignitoso e stabile. In modo particolare, a seguito dell'incontro con i movimenti di disoccupati 7 Novembre e Cantiere 167 Scampia, vogliamo sostenere la loro richiesta ai Ministri competenti di poter attuare quelle misure idonee all'inserimento lavorativo dopo aver usufruito delle misure di politiche attive del lavoro». L'arcivescovo di Napoli aggiunge: «Augurare a loro un buon 2023 - e a tutti coloro che nel nostro territorio cercano il lavoro perché perso o mai ottenuto - significa rinnovare il nostro impegno - conclude - affinché il lavoro possa conferire dignità a ciascun cittadino dello Stato italiano».