Jabil, lavoratori delusi: «Noi come la Whirlpool»

Il Ministero non ha fissato una data per incontrare proprietà e lavoratori

Jabil, lavoratori delusi: «Noi come la Whirlpool»
di Franco Agrippa
Sabato 11 Febbraio 2023, 09:28 - Ultimo agg. 09:45
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Nonostante l'appello lanciato dai lavoratori della Jabil e dai sindacati per accelerare i tempi del confronto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy e trovare una soluzione alla vertenza che vede in pericolo 190 posti di lavoro, per la procedura di licenziamento collettivo annunciata lo scorso settembre dalla multinazionale americana, questa settimana è passata quasi sotto silenzio. Il Mimit, che il 30 gennaio ha concesso un altro mese di cassa integrazione ha fissato la data del tavolo di confronto genericamente nella settimana del 13 febbraio, ma non ha ancora fatto sapere il giorno in cui sarà convocata.

Intanto, prosegue la mobilitazione dei lavoratori nello stabilimento della zona industriale di Marcianise, ma con il passare dei giorni si affievolisce la speranza di un esito positivo della vertenza, anche perché per ora le istituzioni non hanno battuto colpo. Sembra ormai scontato che dal prossimo primo marzo partiranno le lettere di licenziamento, anche perché la cassa integrazione non può essere ulteriormente estesa, poiché già prorogata per due volte. I lavoratori continuano lo sciopero a scacchiera di un'ora per ogni turno lavorativo, ma si respira sempre di più aria di rassegnazione, visto anche quello che è accaduto alla Whirlpool di Napoli, dove le battaglie dei lavoratori, anche più dure di quelli degli addetti Jabil, non hanno sortito effetti e tutti i 400 del sito partenopeo sono in stato di disoccupazione.

«Senza il sostegno reale delle istituzioni dicono i lavoratori convinti che dal primo marzo, con la scadenza della cassa integrazione, partiranno i licenziamenti - anche la vertenza Jabil farà la stessa fine».

Peraltro al sito di Marcianise della Jabil proseguono le fuoriuscite dei lavoratori grazie agli incentivi che l'azienda continua ad erogare nonostante l'accordo con i sindacati sia scaduto da qualche mese: da settembre dieci dipendenti (quattro nell'ultimo mese), stanchi di lavorare nell'incertezza, hanno lasciato la Jabil prendendo l'incentivo di alcune decine di migliaia di euro, e l'organico aziendale ad oggi non è più di 440 addetti, ma di 430, di conseguenza i licenziamenti annunciati dall'azienda dovrebbero essere 180.

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Nell'ultimo confronto presso il Mimit, lo scorso 24 gennaio, «l'azienda si legge nel verbale ufficiale della seduta - dopo aver evidenziato che gli esuberi rappresentano un problema strutturale risalente al 2020 ha confermato la decisione di procedere con le lettere di licenziamento; le condizioni di mercato attuali non consentirebbero, infatti, di ritirare o rinviare ulteriormente la procedura che risulterebbe inevitabile per recuperare stabilità economica e la reputazione tra i clienti, oltre che a garantire un futuro sostenibile ai restanti 250 lavoratori». Nella stessa riunione, inoltre, i rappresentanti della Jabil ribadirono il piano di ricollocazione di 190 addetti presentato qualche settimana prima ai sindacati rappresentando comunque la «disponibilità a valutare soluzioni costruttive per la ricollocazione degli esuberi che riducano l'impatto sociale, purché ciò si verifichi in tempi certi».

Un piano, lo ricordiamo, respinto dai sindacati poiché «prevede come si legge dal verbale - il ricollocamento dei lavoratori in esubero presso la Newco creata dalla TME di Portico di Caserta e da Invitalia. I sindacati hanno pertanto richiesto, rivolgendosi direttamente alla società, opportunità di lavoro credibili e concrete».
Precedentemente, sempre secondo quanto riportato nel verbale «le organizzazioni sindacali hanno rappresentato l'esigenza di individuare una soluzione condivisa tra tutte le parti al fine di gestire gli esuberi annunciati dalla società. Di fronte agli esiti non positivi delle ricollocazioni avvenute negli ultimi anni, hanno richiesto un intervento costruttivo e di garanzia da parte di tutte le istituzioni, nazionali, territoriali e locali».
 

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