«Abbiamo i giorni contati, come tanti condannati a morte»: sono le parole cariche di rabbia pronunciate da un lavoratore della multinazionale Jabil fuori dai cancelli dello stabilimento di Marcianise, dove da ieri è in corso un presidio permanente con sciopero ad oltranza di tutti gli addetti che protestano contro la decisione dell'azienda Usa - un colosso dell'elettronica con 250mila dipendenti sparsi nel mondo - di licenziare 190 dipendenti su 440 del sito produttivo casertano.
L'angoscia del tempo che sta per scadere si nota sui volti dei tanti lavoratori presenti al presidio; martedì 31 gennaio scade infatti la cassa integrazione già più volte prorogata e la Jabil potrà iniziare ad inviare le lettere di licenziamento. «I politici locali e nazionali e i rappresentanti delle istituzioni solo adesso stanno iniziando a muoversi, quando ormai è troppo tardi», dice una lavoratrice con due figli.