Jabil, riparte la trattativa sui licenziati:
l'ipotesi della ricollocazione per 190

Jabil, riparte la trattativa sui licenziati: l'ipotesi della ricollocazione per 190
di Enzo Mulieri
Mercoledì 3 Giugno 2020, 10:00 - Ultimo agg. 20:02
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Ci sono riscontri ufficiali da Roma circa gli interventi promossi da Regione e organizzazioni sindacali per favorire la ripresa delle trattative sull'ultima crisi occupazionale della Jabil, con 190 persone già licenziate. Questa mattina alle ore 10 i protagonisti della vertenza torneranno a interloquire dopo una settimana con la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo e con la Regione per fare il punto della situazione, soprattutto dopo i contatti telefonici che sarebbero intervenuti con la multinazionale alla fine della settimana scorsa. Si tratterà di un'informativa la più chiara e urgente possibile (la Jabil non vi parteciperà) sia per approfondire specifiche eventuali strategie sul piano della ricollocazione del personale, sia per bloccare sul nascere una conflittualità che nel sito casertano sta diventando sempre più aspra, di giorno in giorno.

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L'ultimo «incidente» di percorso si è riproposto a Marcianise nella mattinata di ieri a seguito della pubblicazione della lista delle persone licenziate, tramite relativa graduatoria, e che ha dato la stura a forme di protesta a dir poco esasperate. Sui motivi gli ex dipendenti si sono pronunciati con una nota alla stampa. «In seguito alla presa visione della griglia con i punteggi attribuiti per la determinazione della lista dei licenziati così la nota denunciamo con forza brogli evidenti che non tengono conto dei criteri stabiliti dalla legge oltre a spostamenti di alcuni su attività strategiche, all'ultimo minuto, trasgredendo quanto stabilito dalla procedura, ovvero la cristallizzazione dei reparti all'atto dell'apertura della procedura». Ma non basta. «Inoltre si sottolinea come nessun sindacalista, pur avendo i requisiti contemplati, sia stato colpito dal provvedimento, il che lascia presagire connivenze particolari e migliori favori tra direzione aziendale e i delegati Rsu».
 


Accuse pesanti, insomma, tutte da provare. «Si ribadisce che nulla sarà lasciato al caso o intentato e che ci stiamo attivando per adire le vie legali, pronti a portare alla luce fatti poco chiari - prosegue la nota - Siamo pronti a impugnare e a denunziare qualsiasi azione che possa compromettere i nostri diritti, sia essa verso la direzione aziendale sia verso i sindacalisti. Siamo pronti a qualsiasi cosa pur di ottenere il riconoscimento dell'ingiustizia e dei danni. Di concerto con i sindacalisti che rispecchiano il loro ruolo in modo limpido, si valuteranno mobilitazioni forti sul territorio, volte a una rapida soluzione del caso che soddisfi le nostre richieste». Di qui un clima sempre più teso nell'ambiente, a 24 ore di distanza dal contrasto che ha visto su opposti schieramenti, dinanzi ai cancelli, da una parte una cinquantina di dipendenti intenzionati a entrare per lavorare, dall'altra il blocco dei lavoratori in presidio ormai da una settimana. Una «tregua» ci dovrebbe essere questa mattina quando l'attenzione generale verrà calamitata dal contestuale confronto istituzionale con la ministra Catalfo. Il tutto mentre a Caserta fervono i preparativi per lo sciopero generale, come previsto nei giorni scorsi dalle organizzazioni sindacali confederali e di categoria.

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Infine è di ieri l'ultimo intervento sulla crisi Jabil da parte di Antonio Del Monaco, deputato del Movimento 5 Stelle: «Pochi giorni fa, mentre l'Italia è ancora allertata dal coronavirus, l'azienda licenzia ben 190 persone scatenando uno sciopero dei lavoratori. Il tutto avviene senza rispettare il Decreto Rilancio, nel contesto è sospesa fino a metà agosto la possibilità di licenziamenti senza giustificato motivo - spiega il parlamentare - I lavoratori di Marcianise, molti dei quali in cassa integrazione, hanno subito iniziato una protesta e i sindacati ora chiedono una pronta risposta da parte del presidente del Consiglio Conte, del ministro dello Sviluppo Patuanelli, del ministro del lavoro Catalfo, e di tutto il Governo perché ciò che sta accadendo è vergognoso». 

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