Troppi cartelloni e impianti pubblicitari «fuorilegge» nella città di Caserta e così il dirigente firma un'ordinanza per rimuoverli. Trenta giorni di tempo per i proprietari altrimenti sarà l'ente ad occuparsi dello smantellamento e a smaltirli o acquisirli alla proprietà del Comune qualora scadessero i trenta giorni utili per il ritiro nei magazzini dell'ente. Questo quanto pubblicato nell'ordinanza, a firma del dirigente Giovanni Natale, dello scorso 26 maggio.
Con la premessa che il Comune ha approvato il piano generale degli impianti pubblicitari nell'aprile del 2021 e che è stata rilevata una «notevole presenza sul territorio comunale di permanenti impianti pubblicitari, turistici, di territorio o similari collocati lungo ed in vista delle strade ed in assenza delle necessarie autorizzazioni previste o in base a provvedimenti autorizzativi scaduti e non rinnovati», il dirigente spiega anche i motivi aggiuntivi di sicurezza che hanno spinto ad individuare questa procedura, cioè «che il decoro dell'abitato è svalutato dalla presenza sul territorio comunale di insegne ed altri impianti pubblicitari con dimensioni e forme diverse tra loro, ed altresì collocati senza tenere conto delle prescrizioni del Codice della Strada e su strutture fatiscenti» e «che, in alcuni casi, il precario stato di conservazione delle strutture di sostegno e la loro collocazione non conforme alle prescrizioni del Codice della Strada, generano un potenziale pericolo di confusione e distrazione agli utenti della strada». Per questioni economiche, di decoro e di sicurezza, dunque, il Comune ordina «ai proprietari di tutti gli impianti nonché ai proprietari dei cartelli su impianti pubblicitari autorizzati e privi di concessione ovvero con concessione scaduta la rimozione entro 30 giorni dalla notifica».
La città della Reggia è piena di pubblicità: strade di collegamento tra le varie frazioni, vie di comunicazione con i comuni limitrofi, zone del centro, aree dove insistono strutture di interesse culturale e di culto religioso. Insomma, impianti e insegne pubblicitarie non si contano e la loro presenza non passa inosservata non solo per la curiosità del messaggio mediatico ma soprattutto per le strane dimensioni, per le condizioni fatiscenti delle strutture e per le posizioni particolari in cui si trovano. Una vera e propria giungla che deve essere riorganizzata e normata.
Altre ordinanze similari sono state pubblicate in passato dall'amministrazione che nel tempo ha disposto la rimozione di alcuni impianti e di cartellonistica non autorizzata e abusiva. Sulla questione ci sono anche alcuni ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato che ancora attendono di essere discussi e conclusi con installazioni che restano sul territorio senza alcuna funzione specifica creando una svalutazione in termini di decoro urbano della città e probabilmente anche un pericolo per le cattive condizioni in cui versano, essendo praticamente abbandonate. L'attenzione del Comune resta alta per garantire «la gestione degli impianti e spazi pubblicitari, turistici, di territorio o similari ad un legittimo sistema procedurale ed autorizzativo». Una questione di sicurezza a 360 gradi che a monte contempla anche la necessità di effettuare tutte le verifiche che garantiscano trasparenza e legalità al servizio.
La pubblicità infatti è uno dei settori in cui la mano della camorra è riuscita a penetrare nel tempo creando monopoli illegali a discapito di enti e società concorrenti. L'operazione che portò agli arresti del luglio del 2019, a seguito di indagini della Dda di Napoli che aveva scoperto un sistema ramificato per il controllo del settore pubblicitario da parte di uno dei clan dei Casalesi, è solo una delle ultime e più eclatanti che mostrano quanto importante sia questo compartimento del mercato economico e quanta attenzione bisogna avere per garantire correttezza in ogni ambito.