Una prigione di tre chilometri a raggiera intorno all'ospedale Moscati. Una trappola più che un ingorgo nei fine settimana. Non passano le auto, paralizzate tra traffico e parcheggi in triplice o quadruplice fila davanti a localini e ristoranti. Non passano le ambulanze. Non possono passare le auto dirette al pronto soccorso. Chi ha bisogno di cure urgenti ha da mettere in conto che dall'inferno dell'Appia nei fine settimana potrebbe non uscirne vivo. Succede tutti i fine settimana dal pomeriggio a tarda sera. Ma succede anche tutti i giorni perché tutto è concentrato in poche centinaia di metri dall'ospedale: scuole, incrocio per il centro, strada per i paesi interni. Un ingorgo continuo che sarebbe meglio chiamare inferno di lamiere e smog.
Raggiungere Aversa durante la serata più gettonata della settimana è un'avventura.
Accanto al caos generato da chi si sposta in automobile, anche i marciapiedi risultano affollati di persone che si muovono a piedi. In ogni caso, qualunque sia il metodo di spostamento, tutti paiono avere la medesima destinazione: l'Arco dell'Annunziata. Una volta raggiunta la meta, però, lo scenario che si profila durante un comune sabato sera aversano non è dei migliori: folle di ragazzi. «Abbiamo perso il piacere di vivere appieno la nostra città», afferma dispiaciuto un residente, che a fatica cerca di farsi spazio tra i giovani per rincasare. Percorrendo via Roma si nota che i tanti ragazzi seguono tutti lo stesso flusso. Il culmine di quella che all'apparenza sembra una corrente marina sono piazzetta Don Giuseppe Diana e via Seggio. «La situazione sta diventando insostenibile. La quiete pubblica è oramai inesistente. Chi abita in questa zona ogni fine settimana, e non solo, vive questo disaggio. Siamo stanchi di essere ostaggio di questa barbaria. La sera assistiamo a uno scenario apocalittico causato da questi bambini e la mattina contiamo i danni della loro inciviltà. Sono senza controllo, non hanno rispetto per la propria città, per il bene pubblico e per le altre persone», dichiara un residente.
Al di là del baccano percepito, ciò che colpisce e, per alcuni versi, spaventa, è la violenza dei comportamenti di alcuni di questi giovani frequentatori della movida aversana. «Ogni fine settimana assistiamo a risse», afferma una ristoratrice di viale Giolitti. Poi prosegue: «Per fortuna non ci hanno mai causato danni al locale, ma ciò a cui assistiamo è degradante». Ma teatro di maggiori atti di violenza pare essere via Seggio, come denunciano stesso alcuni ragazzi frequentatori della strada: «Noi usciamo il sabato sera per divertirci, ma purtroppo c'è chi non la pensa come noi. Ci sono persone della nostra età che escono con l'intento di generare aggressioni e risse, per il puro piacere di farlo. Tutto ciò non è giusto».
«Questa movida sregolata penalizza la città. Ma mi metto anche nei panni di chi non è aversano e sceglie di trascorrere una serata qui. Non è affatto un buon biglietto da visita. Serve una presenza costante delle forze dell'ordine. Gli appelli alle famiglie dei ragazzi servono a ben poco», afferma un passante. Ma a preoccupare non sono solo le notti brave giovanili: «Sono all'ordine del giorno notizie di furti e rapine. Tutto ciò non rende giustizia alla dignità di Aversa».