Ventidue condanne per oltre 250 anni di carcere complessivi sono state decise dalla Corte di Cassazione nel processo a vertici e gregari del clan camorristico Piccolo-Letizia di Marcianise, noto come «i quaqquarone».
Un clan protagonista a fine anni novanta di una sanguinosa faida costata decine di morti con l'altra cosca rivale di Marcianise, i Belforte noti come «mazzacane». I Piccolo-Letizia uscirono sconfitti dallo scontro armato, ma gli arresti e i pentimenti nel clan rivale diedero loro nuovo spazio di manovra, e dopo il 2005 hanno proseguito la loro attività illecita, fatta soprattutto di estorsioni ai commercianti e di infiltrazione nei più svariati settori economici (rivendita di autovetture, edilizia, onoranze funebri, smaltimento di rifiuti, supermercati, abbigliamento, pet food).
Alla fine i Piccolo-Letizia si sono alleati con gli stessi Belforte. Nel 2019 il blitz della Polizia di Stato coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che ha portato in carcere decine di componenti del clan Piccolo-Letizia per reati di associazione camorristica, estorsione e altre fattispecie.
Nei primi due gradi di giudizio i 22 imputati erano già stati tutti condannati con alte pene carcerarie, che la Corte di Cassazione ha confermato, applicando in alcuni casi la continuazione, che comprende altre condanne per fatti simili, per cui la pena base è aumentata.