«Giù le mani dai pini di via Unità d'Italia», «Gli alberi sono un bene comune. Si curano, non si abbattono». E ancora «Una strada maestra senza alberi non la vogliamo». Sono alcuni degli slogan che campeggiavano ieri pomeriggio sui cartelloni realizzati dalle associazioni ambientaliste scese in piazza per gridare il loro no alla rimozione dei pini secolari che si ergono davanti all'area ex Macrico. Oltre settanta persone si sono date appuntamento davanti al Monumento ai Caduti e hanno creato una catena umana a difesa delle piante. Per qualche minuto è stato bloccato anche il traffico.
Volontari e attivisti di Italia Nostra, Lipu, Cittadinanzattiva, Legambiente, Arci, Arcipelago, Spazio Donna, comitato Macrico verde, Città viva, centro sociale ex Canapificio, GreenCare, Toponomastica femminile, il gruppo Scout, Paxchristi e non solo.
«Registriamo ancora una volta denunciano Lorenzo Di Guida e Cesare Trematore di Cittadinanzattiva un'assoluta mancanza di sensibilità da parte dell'amministrazione che mira a distruggere invece che a costruire. Esistono soluzioni tecniche che consentirebbero di rifare i marciapiedi salvando gli alberi. Speriamo che il sindaco si decida a confrontarsi con le associazioni che possono fornire un contributo concreto come già fatto in occasione dei lavori di restyling di villetta Padre Pio».
«L'amministrazione garantisce la piantumazione di nuovi alberi al posto di quelli che saranno rimossi fanno notare i volontari della Lipu eppure proprio in questa strada sono già stati eliminati, negli ultimi anni, cinque pini che non sono stati mai sostituiti». «L'abbattimento degli alberi rappresenta un atto di inciviltà commenta Maria Rosaria Iacono di Italia Nostra perché compromette la qualità ambientale e paesaggistica di quel luogo. Esistono nuove metodiche architettoniche che consentirebbero di ripristinare il marciapiedi e quindi la sicurezza del sito, preservando anche il territorio e i suoi elementi naturali».
Tra i presenti c'è chi si domanda chi abbia effettuato il sopralluogo tecnico per conto del Comune sullo stato di salute delle piante e chi chiede all'Ente di rendere pubblica la relazione dell'agronomo, se c'è, dalla quale sia possibile evincere le motivazioni tecniche che avrebbero portato alla decisione di abbattere. E poi c'è chi punta sull'assenza di un cronoprogramma degli interventi e chi esige lumi sul perché non sia ancora stato adottato un piano del verde.
«La cura di una città passa necessariamente per la cura del suo patrimonio arboreo sostiene Tiziana Carnevale di Spazio Donna attraverso la difesa dell'ambiente è possibile educare alla non violenza e spronare al rispetto delle differenze'. «Una città verde spiegano i rappresentanti del comitato Macrico Verde e di Pax Christi è una città che vive meglio, grazie agli alberi è possibile infatti proteggere una vasta diversità biologica, è nostro dovere pertanto salvaguardare il loro benessere e scongiurarne l'abbattimento».