Caserta, la Procura istituisce il database dei veleni per monitorare l'ambiente

Caserta, la Procura istituisce il database dei veleni per monitorare l'ambiente
di Biagio Salvati
Sabato 4 Maggio 2019, 08:59
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La Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, diretta da Maria Antonietta Troncone, intensifica e rafforza i controlli sui crimini ambientali derivanti da fenomeni di illeciti sversamenti di sostanze reflue nei fiumi, nelle falde terrestri e nei pozzi e dichiara guerra ai responsabili di aziende zootecniche che non rispettano l'ambiente. L'arma è un protocollo di intesa siglato il 2 maggio scorso tra vari enti e gruppi interforze: l'Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno di Portici (diretto dal professor Antonio Limone), il Comando regione carabinieri Forestale di Napoli, il Comando provinciale carabinieri di Caserta, il Comando carabinieri per la tutela della salute di Napoli, il Comando per la tutela ambiente di Napoli il Reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza di Napoli, l'Arpac Campania e l'Asl di Caserta. La «mission» include l'attivazione di uno speciale database, chiamato «GEOJizz», dove confluiranno i contenuti riversati dai gruppi investigativi interforze che sarà utile per la gestione e la successiva elaborazione dei risultati.

Nella piattaforma saranno riportate tutte le informazioni analitiche georeferenziate sul territorio campano ed organizzate per tipologia di matrice campionata (suolo, acqua, aria, alimenti e altri bioindicatori), nonché ubicazione e consistenza di allevamenti zootecnici e imprese di trasformazione.
 
L'intento è proprio quello di arginare il fenomeno dell'inquinamento proveniente dall'attività delle aziende zootecniche che ricadono nel territorio di competenza della procura, circoscritte in ben 15 comuni del Casertano. La sinergia e l'incrocio di attività e dati con l'Istituto zooprofilattico consentirà di avere accesso alla Banca dati nazionale anagrafe bovina, detenuta dal ministero della Salute, che contiene i dati relativi ai capi bovini esistenti e, conseguentemente, alle aziende che legittimamente li detengono a scopo produttivo. Inoltre è stato incaricato dalla Regione Campania di realizzare la Banca genetica della specie bufalina (Banca del Dna): in questo modo, con la comparazione dell'analisi dei rifiuti sarà possibile risalire al gruppo di animali e quindi dall'azienda che ha sversato illegalmente. Sarà eseguito un lavoro di screening anche sui pozzi, grazie alla loro geolocalizzazione eseguita con il Piano di monitoraggio integrato «Campania trasparente» per varare un Catasto unico delle utenze idriche della Regione Campania (Cui Campania).


Oltre all'attenzione su aria, acqua e suolo il protocollo prevede il coordinamento, da parte dell'Istituto zooprofilattico, di una task force regionale per il controllo ed il monitoraggio sui rischi di diffusione di brucellosi e tubercolosi animale, attività di prevenzione in materia di sanità. La presenza delle aziende zootecniche nel territorio costituisce una risorsa preziosa - riferisce una nota a firma del procuratore capo Troncone - e «contestualmente qualifica il territorio che, nel contempo, necessita di un costante monitoraggio, tenuto conto che è stata sovente accertata l'esistenza di attività illecite che si concretizzano in sversamenti incontrollati di liquami, tombamento di rifiuti provenienti dallo scarto della loro attività produttiva, inquinamento delle falde acquifere a altre attività inquinanti». Gli enti sottoscrittori del protocollo potranno avere accesso al portale informatico GEOJizz, a mezzo di una password abilitata per consultare man mano i database analitici relativi alle attività di studio dell'Istituto zooprofilattico, con l'adozione di cautele tali da garantire la riservatezza degli accessi.

 
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