Ultimi giorni della scorsa settimana e primo di quella cominciata ieri, imperversare di carrigrù per la rimozione forzata di auto in alcune strade del centro urbano, incursioni più punitive per gli automobilisti che risolutive ai fini dello scorrimento del traffico, un'oretta di operazioni, poi tutto come prima con arrivederci a quando càpita. Da un comunicato emesso nel pomeriggio di ieri dal comando della polizia municipale i particolari del «blitz» e cominciamo da ciò che riguarda la rimozione forzata di automezzi «per intralcio alla circolazione stradale»: 52 auto rimosse in via San Carlo, via Alois e corso Trieste.
Nella prima strada operazione sacrosanta; in via Alois sosta, per la maggior parte si tratta di fermate brevi, relativamente di intralcio allo scorrere del traffico; al corso Trieste, nel tratto dall'incrocio via Don Bosco-via Colombo a piazza Dante, l'operazione va considerata assolutamente vessatoria, giusta la sanzione per la sosta in divieto, ingiustificata e quindi si ripete vessatoria la sanzione accessoria della rimozione forzata. Il codice della strada prevede la rimozione forzata di veicoli «nelle strade e nei tratti di esse in cui con ordinanza dell'ente proprietario della strada sia stabilito che la sosta dei veicoli costituisce grave intralcio o pericolo per la circolazione stradale e il segnale di divieto di sosta sia integrato dall'apposito pannello aggiuntivo». Lungo il corso Trieste, nel tratto citato, la segnaletica c'è, fu prevista dal regolamento comunale al solo scopo di fare cassa con la sanzioni pecuniarie perché le auto lungo il marciapiedi, a meno che non ostruiscano passi carrabili e siano sulle strisce pedonali, non sono assolutamente di intralcio alla circolazione, questa peraltro limitata trattandosi di Ztl seppure funzionante a singhiozzo.
«Va bene, ho sbagliato, ma la sola multa per divieto di sosta bastava. Invece mi hanno portato via l'auto parcheggiata parallela al marciapiede, non dava intralcio a nessuno». Così, con voce strozzata dalla indignazione, un automobilista, ieri mattina. Più avanti un paio addirittura di pattuglie di agenti di polizia urbana in assetto da «valkyrie» procedeva a colpi di «pollice verso», qui il segnale, qui l'auto in divieto, blocchetto in resta e autogrù di appoggio, al rientro alla base le relazioni di servizio da encomio e bollettino delle incursioni. Relazioni da vero encomio sarebbero le segnalazioni dei bàsoli «sbasolati» lungo il Corso, una vergogna e un pericolo per la circolazione; magari qualche nota di sollecito a sanare rigonfiamento di marciapiedi sopra radici di alberi pronte e scoppiare; qualche nota, infine, a segnalare intensità di smog dal Monumento all'incrocio con via Don Bosco-Colombo, qui auto parcheggiate ai due lati nelle strisce, corridoio centrale con tappo di traffico, questo dirottato su via Roma dove i residenti si possono ammalare di smog, sul Corso desertificato dalla Ztl invece aria pura e strada liberata dalle autogru. Una incongruenza cui nessun assessore al traffico mette mano e i commercianti reclamano, segnalano, subiscono la desertificazione e gli automobilisti la vessazione di sanzioni esagerate. Nel comunicato della polizia municipale anche attività di controllo nell'area ora «terra di nessuno» del parcheggio Pollio: 3 parcheggiatori sanzionati con 769+100 euro e daspo di 48 ore. Ora si cercano i panfili dei reprobi da sottoporre a sequestro giudiziario.