«Le ambulanze senza medico,
così lui è morto a 35 anni»

«Le ambulanze senza medico, così lui è morto a 35 anni»
di Ornella Mincione
Mercoledì 13 Febbraio 2019, 12:00
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Ha un infarto a 35 anni e sul posto arriva un'ambulanza senza medico. Come già accaduto, infatti, anche ieri mattina le due ambulanze di Caserta città (che servono anche altri comuni limitrofi) erano senza medico a bordo. Il destino, però, in questo caso è stato fatale e si è verificato l'evento tragico che molti temevano accadesse.

LA CHIAMATA
Alle 9.30 circa è arrivata una chiamata alla centrale operativa. A telefonare era una donna che chiedeva l'intervento dell'ambulanza perché il proprio compagno, Iegor Dvornichenko, ucraino, di 35 anni, non stava bene: non riusciva a parlare ed era in grande affanno. Nell'abitazione, in via San Carlo 84, si è precipitata un'ambulanza i cui operatori, tra i quali non compariva un medico, hanno proceduto con manovre rianimatorie. Il ragazzo ha avuto un primo arresto cardiaco, da cui è stato a malapena rianimato, seguito da un secondo arresto, questa volta letale. Intanto, sul posto è accorsa anche un'altra ambulanza, questa volta «medicalizzata», proveniente da Maddaloni e subito dopo anche l'ambulanza «rianimativa», quella che a bordo è attrezzata in modo specifico per le manovre di rianimazione. A quel punto però, è stato possibile soltanto accertare il decesso del trentacinquenne ucraino (in Italia con permesso regolare), che è stato poi trasportato all'istituto di medicina legale dell'ospedale di Caserta. Sul posto anche i carabinieri del comando provinciale.

I TURNI
Il caso ha fatto scalpore: indice puntato sulla gestione del servizio 118 da parte degli stessi operatori che si sono rivolti ai sinmdacati per la cronica carenza di personale. In realtà, secondo i turni stabiliti, le due postazioni assegnate a Caserta, la 07 e la 010, erano entrambe medicalizzate. Su una era previsto un medico della Misericordia di Caivano, che, però, essendo appunto volontario, non era tenuto a presentarsi, così come è poi accaduto. Sulla seconda, era di turno un medico che nei giorni scorsi aveva presentato richiesta un permesso sindacale, accordato dal responsabile del servizio di emergenza. Dunque, alla fine il turno del capoluogo era scoperto: nessun medico a bordo.

I TEMPI
A tutto questo si aggiunge un altro tassello, quello riguardante l'ambulanza «rianimativa», l'unica che serve tutta la provincia di Caserta e che in genere viene utilizzata per i casi più urgenti e gravi, vale a dire i codici rossi. Questa era stata chiamata circa un'ora prima per intervenire alla stazione di Caserta, dove, stando a quanto risulta dalle informazioni trasferite dalla centrale operativa all'ambulanza, c'era una donna con un malore, inquadrata in codice giallo. Ormai non è possibile stabilire se il 35enne avrebbe avuto la possibilità di salvarsi se le cose fossero andate in altro modo. Fatto sta che due ambulanze su due di Caserta città erano senza medico e quella «rianimativa» serviva un codice giallo.

L'AMAREZZA
Grande è l'amarezza dei camici bianchi del 118, che affermano: «Il responsabile non si è preoccupato della sostituzione del medico che aveva ricevuto il permesso sindacale. L'incompetenza, l'impreparazione e l'approssimazione degli operatori della centrale ha determinato gravi errori: il primo nel momento in cui hanno inviato la rianimativa su un codice giallo; il secondo quando non hanno controllato l'eccessiva permanenza della stessa su un codice minore; il terzo, e più grave, nel momento in cui hanno mandato in prima battuta un'ambulanza demedicalizzata su un codice rosso. Una corretta gestione avrebbe dovuto impedire all'unico medico di ottenere un congedo sindacale o provvedere alla sostituzione».
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