Caserta, ecco la città invivibile:
segnali abbattuti e niente wi free

Caserta, ecco la città invivibile: segnali abbattuti e niente wi free
di Franco Tontoli
Martedì 26 Marzo 2019, 08:21
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Primissimo pomeriggio di ieri, al centro di Caserta: traffico nel solo iniziale tratto di corso Trieste che è un segmento di city finanziaria per banche e agenzie varie, il notes appunta segnalazioni da proporre all' «amministratore condominiale» che dovrebbe essere l'intera amministrazione civica se ne spuntano di tante inevase, di nuove da aggiungere anche se con la certezza che andranno ad allungare la fila precedente.
 
Di buon mattino, a inizio settimana, è ripresa la potatura degli alberi della specie «grevillea robusta», operazione invocata, cominciata a metà della settimana scorsa stranamente dalla metà del corso, poi ripresa dall'inizio come logica avrebbe già dovuto suggerire. Lavori necessari, sfoltitura dei rami a sgravare i tronchi troppo alti, un pericolo scampato nelle giornate ventose di febbraio, la capitozzatura e i rami scheletrici che restano sono uno spettacolo bruttissimo, potature rozze ma non si può andare per il sottile come dal parrucchiere.

Infelice fu la scelta di questo tipo di alberatura in una strada cittadina, se ne suggerirono di più idonee all'amministrazione che una ventina di anni fa ne decise l'installazione, si preferì questa specie inadatta e le conseguenze si vedono. Crescita a dismisura, radici esplodenti dai marciapiedi, disagi per gli abitanti con finestre oscurate. Da ieri mattina, comunque, sta tornando la luce. Il blocchetto degli appunti porta, anzi riporta per l'ennesima volta, al Ponte d'Ercole dove alcuni giorni fa un incauto automobilista diretto ad Aldifreda, renitente ai segnali che rammentano il limite di altezza a metri 2.20, s'è portato via allegramente il dissuasore che era stato installato su quel versante, una striscia lignea bianco-rossa addossata alla volta del ponte. Da quattro giorni la segnalazione non è stata rimessa, sono rimasti i due paletti metallici, due ritti come in atletica al salto in alto senza l'asticella.

Se la ridevano ieri i due vu' cumprà che presidiano il ponte: ma tanto ci vuole per rimettere questo semplice segnale? E quanti altri mesi, aggiungiamo noi, devono passare per rimettere a posto l'arco sull'altro versante, ingabbiato da sostegni metallici e fasciatura biancorossa, con tanti saluti all'estetica di un manufatto del Settecento. La messa in sicurezza per la viabilità fu assicurata dal Comune dopo i ripetuti abbattimenti dei mesi scorsi, i lavori di riparazione sono di competenza dell'amministrazione della Reggia sotto la sorveglianza della Soprintendenza e qui siamo ai soliti tempi biblici. Una sollecitazione, questa, l'ennesima per risolvere problemi di ordinaria manutenzione cittadina. A chi la vai a indirizzare? La giunta comunale decide, ordina e determina e poi la rugginosa macchina dei servizi si blocca. Per non parlare di qualche altro sconcio più macroscopico. Il primo, i ruderi sommersi di erbacce e graminacee di corso Giannone, al lato della fu Banca d'Italia, di fronte alle scuole elementari: da oltre dieci anni non si sa se ci si possa costruire e meno e se il proprietario lo voglia fare o meno. La città, a guardare.

Il secondo: il porticato della Casa Comunale, lato Passaggio Angela Cecilia Marvasi, bloccato da un tappo, un vano ricavato tra i pilastri esibito pomposamente come «WifreeGallery», spazio per libera fruizione dei servizi internet che funzionò pochi mesi. Poi, pare per inadempienze del gestore cui era stato data autorizzazione, tutto chiuso, il locale rigurgita di polvere e cartacce, di fianco c'è l' «infopoint turistico» giusto per esibire tanta sciatteria anche ai forestieri che vi si avventurano. Se questo locale non può altrimenti essere adibito, perché non lo si libera dalle pareti per restituire questo tratto di porticato coperto al transito dei pedoni?
 
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