Licenze in cambio di sesso, preso
anche il comandante della Municipale

Licenze in cambio di sesso, preso anche il comandante della Municipale
di Mary Liguori
Sabato 12 Gennaio 2019, 09:16
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Dall'accademia che forma i marittimi alla clinica Pinetagrande, fino ai parchi residenziali che «resistono» nel mare di abusi che costeggia il Litorale Domitio e dà rifugio a 15mila immigrati clandestini. Tutti, imprenditori e comuni cittadini, dirigenti di importanti attività del territorio, e fin dal 2005, avrebbero pagato dazio all'Utc del Comune di Castel Volturno. Chi per ottenere un permesso, chi per far passare per lecite istanze improponibili, chi per evitare controlli e sequestri. In cambio dei favori, sarebbero stati elargiti denaro e posti di lavoro. Ma c'è anche chi ha pagato in natura. Terremoto al Comune di Castel Volturno dove, ieri, sono finiti in carcere il capo dell'Utc, Carmine Noviello, l'archivista Antonio Di Bona e il geometra Giuseppe Verazzo. Domiciliari per il tecnico comunale Giuseppe Russo e per il comandante e un maresciallo dei vigili urbani, Luigi Cassandra e Francesco Morrone. Divieto di dimora, infine, per Rosario Trapanese, dirigente del centro di addestramento marittimo Imat. Rispondono, a vario titolo, di corruzione, concussione, falso ideologico in atto pubblico, indebita induzione a dare o promettere utilità. Trapanese, ieri stesso, si è definito una «vittima» attraverso una nota divulgata dai suoi legali.

SESSO IN MUNICIPIO
L'inchiesta ha preso le mosse dalla denuncia di un cittadino al quale, per ottenere la certificazione sismica, sarebbero stati chiesti 30mila euro. Ma, emerge dalle indagini dei carabinieri del Reparto territoriale di Mondragone, diretti dal maggiore Loreto Biscardi, la merce di scambio per le pratiche edilizie è stato anche il sesso. Antonio Di Bona, archivista e addetto all'albo on line del Comune, avrebbe ottenuto favori sessuali per falsare la data della pubblicazione delle istanze edilizie sull'albo on line. Oltre alle prestazioni hot, Di Bona avrebbe ottenuto anche ricariche telefoniche di 20 e 100 euro. Poca cosa. Gli incontri sessuali, scrive il gip, si sono tenuti sia negli uffici del Comune che altrove. E sono stati filmati dagli investigatori.

IL CASO IMAT
Secondo quanto ricostruito dai pm Vincenzo Quaranta e Giacomo Urbano, della procura di Santa Maria Capua Vetere, diretta da Maria Antonietta Troncone, Rosario Trapanese, manager dell'Accademia Imat, avrebbe evitato, grazie ai favori della «cricca», il sequestro di un simulatore la cui cubatura differisce da quanto concesso. Il sofisticato congegno, che ha la forma di una nave da crociera e viene usata per consentire agli specializzandi di esercitarsi nella guida dei natanti, sarebbe in eccesso di un terzo rispetto a quanto autorizzato. Secondo gli investigatori, al Comune erano al corrente dell'illecito ma preferirono chiudere un occhio. In più, fu certificato falsamente il pagamento degli oneri concessori: 150mila euro che l'Imat non avrebbe mai versato. In cambio, scrive agli atti il gip Alessandra Grammatica, il funzionario dell'Utc ottenne un posto di lavoro per un familiare nella ditta che si occupa della vigilanza all'Imat, un viaggio di nozze in crociera per la figlia, ma anche cassette di pesce fresco e stufe per gli uffici comunali.

 

ABUSI A PINETAGRANDE
Scenario analogo quello che i pm ricostruiscono per la clinica Pinetagrande dove, secondo l'accusa, nei garage sono stati realizzati dei locali tecnologici in assenza di autorizzazioni e la «cricca» si sarebbe mossa per far ottenere alla clinica la sanatoria che non avrebbe dovuto essere rilasciata. Per i pm, Carmine Noviello, dell'Utc, in concorso con un altro dipendente e con Giuseppe Schiavone, funzionario della Soprintendenza archeologica, avrebbero fatto passare per lecita la pratica presentata per conto della clinica Pinetagrande prima da Vittorio Vivezio e poi dall'amministratrice della società proprietaria del complesso ospedaliero, Annamaria Ferriello.

DEPISTAGGIO
Nel corso delle complesse investigazioni, iniziate nel 2016, alcuni degli indagati hanno tentato di depistare le indagini producendo false accuse che hanno inviato in Procura. E nelle intercettazioni. Oltre ai destinatari della misura, risultano indagate altre 9 persone e sono in corso accertamenti sul ruolo dell'amministrazione comunale in carica. Secondo i pm, i fili che muovevano la «cricca» erano tirati da alcuni politici del posto.
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