Licenziati per un post su Fb,
l'azienda: «Atti denigratori»

Licenziati per un post su Fb, l'azienda: «Atti denigratori»
di Antonio Borrelli
Lunedì 1 Febbraio 2021, 09:27
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«I licenziamenti disciplinari sono stati disposti a seguito del grave comportamento dei due lavoratori, i quali hanno posto in essere una condotta denigratoria, ledendo irrimediabilmente l'immagine della società senza preoccuparsi delle conseguenze e facendo venir meno l'elemento fiduciario».
Con queste parole i vertici della Multicedi replicano alle accuse del sindacato Usb sul licenziamento di due lavoratori dell'azienda casertana. «Non è ravvisabile alcun collegamento tra le proteste dell'organizzazione sindacale e i licenziamenti, anche perché i rapporti tra l'azienda e i sindacati del territorio sono sempre stati improntati alla correttezza e al rispetto anche quando il confronto è risultato su posizioni divergenti», conclude la nota della Multicedi, che arriva poche ore dopo l'attacco dell'Unione Sindacale di Base sul licenziamento di due maestranze, ritenuto un provvedimento «fortemente punitivo». «Con argomentazioni pretestuose, che si basano su un presunto danno di immagine subìto a causa di alcuni commenti su Facebook aveva riferito il sindacato - l'azienda prima sospende e poi licenzia i sindacalisti protagonisti delle proteste contro le ipotesi di esternalizzazione del personale all'orizzonte». Le tensioni tra azienda e operai nascono con un tavolo tra le parti ritenuto «insoddisfacente» dagli stessi sindacati. A quell'incontro segue lo sciopero dello scorso 16 dicembre, proclamato per dire no al ricorso all'esternalizzazione del personale. L'accusa era quella di ricorrere in maniera eccessiva ad appalti e subappalti di personale per «massimizzare i profitti, scaricando ogni responsabilità aziendale rispetto ai lavoratori e alla garanzie e tutele dei loro diritti e della loro dignità». Ma solo poche ore dopo lo sciopero l'azienda aveva replicato: «Era stato chiarito in maniera inequivocabile che, sebbene fosse stato commissionato uno studio di fattibilità circa l'esternalizzazione dei servizi relativi alla gestione del magazzino, non fosse in realtà in programma alcuna esternalizzazione di tali attività». A inizio gennaio, invece, arriva la sospensione ai due operai con la stessa motivazione che poche settimane dopo avrebbe spinto al licenziamento definitivo: «commenti denigratori rilasciati su Facebook».

È in quel momento che la frattura si fa ancora più profonda tanto che il sindacato di base ha accusato l'azienda di «concezione padronale» della Multicedi «manifestata continuamente in un atteggiamento oppositivo, che è andato dalla negazione del diritto all'assemblea fino ai provvedimenti disciplinari contro i sindacalisti. Atti gravissimi in quanto fortemente lesivi del diritto alla libertà sindacale. Da parte nostra non possiamo fare altro che denunciare questo clima ottocentesco, nel quale si applicano contratti capestro e dove si tratta solo con sindacati di comodo che non fanno troppe domande». Intanto i rappresentanti dei lavoratori hanno annunciato che faranno ricorso e si opporranno ai licenziamenti.
 

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