LM sospende le attività I sindacati: «Si trascinano i lavoratori nel baratro»

LM sospende le attività I sindacati: «Si trascinano i lavoratori nel baratro»
di Giuseppe Miretto
Mercoledì 13 Luglio 2022, 08:19
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Non c'è futuro. Proclamato lo «stato di crisi» su scala nazionale per tutti le basi operative della «LM trasporti e logistica». L'annuncio traumatico è degli amministratori giudiziari Giampiero Atonna e Vincenzo Alborino: «Causa improvvisa e momentanea mancanza di lavoro non prevista, si è costretti a sospendere o ridurre le attività e chiedere l'assegno di integrazione salariale (Ais)». Un provvedimento, ancora indeterminato, che potrebbe essere durare, per incominciare, almeno 13 settimane con inizio dal 18 luglio fino al 15 ottobre. La decisione lascia a casa 74 dipendenti: ben 45 unità nella sede operativa di Maddaloni nell'Interporto Sud Europa (Ise); 10 a Bari; 6 presso la sede operativa di Sesto Fiorentino (Fi); 8 a San Giuliano Milanese e infine solo 5 presso il magazzino di Pomezia. Chiesto l'aiuto delle delegazioni sindacali regionali di Campania, Puglia, Lombardia, Lazio e Toscana per un «esame congiunto per ottenere l'ammissione il provvedimento dell'istituto previdenziale». Il provvedimento si renderebbe necessario, non solo per tamponare il crollo delle commesse, ma per guadagnare il tempo necessario per formulare un possibile piano di rilancio.

Negativa e stizzita la reazione dei sindacati che invece aspettano solo la relazione di fine luglio della gip Federica Colucci (Tribunale di Napoli) per sondare la consistenza reale e l'attendibilità dei tentativi di recupero della liquidità, attraverso atti ingiuntivi ai creditori, condizione necessaria e forse non sufficiente per poi poter pensare ad un piano di rilancio. «E' una crisi di dimensioni nazionali spiegano Angelo Lustro (Filt) e Pasquale Federico (Fit)- pertanto le segreterie confederali devono intervenire con urgenza prima che la situazione diventi un dramma senza via di uscita. Siamo per la difesa dei lavoratori ma siamo ancora di più contro ogni forma di accanimento terapeutico per un'azienda che, non reggendo in alcun modo il mercato, rischia di trascinare nel baratro soprattutto i lavoratori. E' un costo sociale che non potremmo sostenere». Intanto, tutti i lavoratori sono stati costretti a tirare la cinghia: hanno incassato solo l'anticipo del mese di giugno ma non il saldo salariale. Per luglio, non sono previsti pagamenti. E ogni forma di emolumenti è subordinata la buon esisto di atti ingiuntivi presso creditori. In attesa Si attendono offerte su un ipotetico fitto di ramo d'azienda. I sindacati non vogliono gli ammortizzatori sociali ma la chiarezza contabile immediata. «Se esiste una condizione di insolvenza precisa Lustro - si proceda. Si dispongano tutti gli atti, da subito, per accedere invece alla Naspi».
 

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