Logista, giorni di passione:
«Lotta per il lavoro»

Logista, giorni di passione: «Lotta per il lavoro»
di Giuseppe Miretto
Lunedì 18 Aprile 2022, 10:00 - Ultimo agg. 16:02
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Sarà un lungo week-end pasquale di lotta. Si infiamma la vertenza Logista: ora, contro lo smantellamento del magazzino di Maddaloni, scioperano tutti gli addetti all'handling, cioè ai servizi di carico e scarico sigarette e lavorati del tabacco. Proclamato lo stato di agitazione che culminerà nello sciopero di mercoledì 20 aprile con l'astensione di tutto il personale e per tutti i turni di lavoro. I lavoratori torneranno in piazza con un presidio davanti alla Prefettura. Prima rallenta e poi si ferma la distribuzione dei tabacchi.

Nel mirino dei sindacati finisce il piano occupazionale proposto dalla Gestione Deposito Logistica (Gld) che opera per conto di Logista Italia. «È irricevibile - denunciano le segreterie provinciali della Filt-Cgil e Fit-Cisl - una proposta mascherata che, apparentemente si propone di limitare le ricadute occupazionali, ma che di fatto dispone il licenziamento di 84 unità». Nel dettaglio, Lustro (Cgil) e Federico (Cisl) spiegano che «si sono avverate tutte le nostre preoccupazioni riguardo la mantenimento dei livelli occupazionali. Tranne per una minoranza degli addetti, costretti al trasferimento ad Anagni, non ci sono garanzie». I conti non tornano: 24 addetti al «servizio di handling», con qualifica di operatore impianto/addetto alla movimentazione, saranno ricollocati presso la «Elpe Global Logistic Services spa» di Anagni.

Meno del 30 per cento degli addetti. Per tutti gli altri, è sul tavolo la proposta di ricollocazione, nel territorio di Caserta, affidata all'agenzia «Talenti srl», oppure un percorso di formazione professionale regionale e di autoimpiego tramite incentivi. 

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«Siamo al cospetto denunciano- di un piano smantellamento globale in tre mosse: chiusura del magazzino di Maddaloni, delocalizzazione l'asset produttivo ad Anagni, ridimensionamento occupazionale». Insomma, la delocalizzazione coincide con una sforbiciata degli addetti. «Questo - concludono - è l'esatto contrario della tutela dei livelli occupazionali. Ci saremmo aspettai una delocalizzazione del personale. Ma espulsione di tanta forza lavoro non si giustifica nemmeno con gli investimenti tecnologici fatti». Divulgato il documento che sarà presentato in Prefettura: «Le ricadute socio-economiche sono insostenibili perché lo smantellamento dell'asseto produttivo avviene in un territorio sofferente che non garantisce ricettività occupazionale». E le rivendicazioni contro Gld chiamano in causa anche Logista poiché la multinazionale spagnola ha sempre affermato, in tutte le sedi anche istituzionali, la piena rioccupazione di tutte le maestranze dell'indotto. È un rimpallo di responsabilità perché Gld, in assenza del rinnovo della commessa di Logista, si è detta disponibile al confronto in caso di ulteriori o eventuali scenari imprenditoriali o progetti occupazionali sul territorio. Lo sciopero è solo il primo passo verso la richiesta, formalizzata dalle segreterie nazionali di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiult-Uil e Usb, di un tavolo di crisi presso il Ministero dello sviluppo economico con una doppia finalità: la discussione del piano occupazionale Gld (riguardante 84 addetti) e il piano industriale della Logista, su scala nazionale che coinvolge circa 500 unità distribuite tra i magazzini di Tortona, Anagni, Maddaloni e Catania. Si prospettano sei mesi serrati di trattative prima del 30 ottobre, termine ultimo della chiusura del magazzino di Maddaloni. In una trattativa complessa, Logista conferma la volontà di «garantire la continuità ai propri dipendenti e la ricollocazione nel sito di Anagni, mantenendo invariata ogni garanzia prevista a livello contrattuale. Resta il problema dell'indotto che ha ricadute occupazionali più corpose. Logista conferma il «proprio supporto alla società Gld dell'individuazione di soluzioni volte a ridurre al minimo gli impatti occupazionali». 

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