Mobilitazione sull'asse Maddaloni-Anagni. Ieri, c'è stata una nuova giornata di sciopero, di volantinaggio e di sensibilizzazione. I sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil e Usb sono di nuovo passati al blocco di tutte le mansioni svolte in regime di straordinario e delle proliferazione dei lavoratori interinali. È una strategia per «rallentare, ostacolare e contestare» qualsiasi forma di trasferimento anticipato e progressivo delle attività del magazzino di Maddaloni verso lo stabilimento del frusinate. Sulle barricate, gli 84 dipendenti della Gestione logistica depositi (Gld) per i quali non è stato ancora definito un piano di garanzie occupazionali. È certo solo che, dal 31 ottobre, non avranno più un lavoro. Invece, non è ancora stata calendarizzata l'audizione o convocazione del tavolo tecnico, sollecitata anche dalla prefettura di Caserta al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise). «La lotta continua testimonia Angelo Lustro, segretario provinciale della Filt-Cgil- attraverso la rete nazionale dei sindacati visto che la solidarietà delle forze politiche si è dissolta.
Ma, a dare nuovo vigore, è stata la spinta, morale e pastorale del vescovo Lagnese che ha denunciato questa vicenda che è un dramma occupazionale paradossale, ma anche un calvario esistenziale che stanno vivendo i lavoratori operanti nel deposito della multinazionale spagnola Logista». Vecchia lotta e nuove iniziative. Per rompere il muro di «indifferenza e il silenzio delle istituzioni, a partire dal Mise», la rabbia delle maestranze si articolerà in una serie periodica di manifestazioni su scala anche nazionale. L'obiettivo delle segreterie nazionali non è solo risolvere il caso Maddaloni. Ma arrivare a un tavolo di crisi al Mise, con una doppia finalità: la discussione del piano occupazionale Gld e il piano industriale della Logista, su scala nazionale, che coinvolge circa 500 unità.
Resta per questo il problema molto spinoso dell'indotto che ha ricadute occupazionali ben più corpose. Per i sindacati, le ipotesi di ricollocazione sul territorio, il riorientamento professionale e l'affidamento ad agenzie specializzate è un progetto realistico perché non fondato sulle offerte del mercato del lavoro regionale.