Caserta, grandi pulizie al Macrico
​nel segno della rinascita

Caserta, grandi pulizie al Macrico nel segno della rinascita
di Lidia Luberto
Mercoledì 19 Gennaio 2022, 07:38
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Qualcosa si muove, nel Macrico. Finalmente. E rende sempre più concreto quello che, agli occhi dei casertani, sembrava essere diventato un sogno irrealizzabile. Ieri mattina, i tecnici della ditta Antonio Maisto, la società che già si è occupata più volte della manutenzione del verde nella Reggia e in molti altri parchi e monumenti italiani, hanno intrapreso un primissimo intervento di pulizia.

«Si tratta spiega don Antonello Giannotti, presidente dell'Istituto di Sostentamento del clero della diocesi di Caserta di lavori di messa in sicurezza delle piante che si trovano sul periplo dell'area. Un'operazione, peraltro, non più dilazionabile: nelle scorse settimane erano caduti dei grossi rami su un'auto parcheggiata proprio a ridosso del muro di cinta del Macrico. Quindi, immediatamente dopo si comincerà a sistemare il resto del parco».

Le spese per i lavori sono a carico dell'Istituto che continua, così, la manutenzione di un bene certamente «costoso»: già negli anni scorsi, si era dovuto accollare la bonifica dell'area costata quasi un milione di euro.

Poi con le tasse e la manutenzione stessa, le casse dell'Istituto erano state gravate da una perdita annua di almeno 300 mila euro. Questo primo intervento lascia, comunque, ben sperare: quella iniziata ieri sembra, infatti, avvicinare la soluzione finale e tanto attesa.



Il Macrico, esteso per circa 350.000 metri quadrati alle spalle del Monumento ai Caduti, costituisce l'occasione preziosa per restituire vivibilità alla città. Che è, poi, l'obiettivo alla base della messa a disposizione dei cittadini di spazi verdi come beni comuni. In fondo, si tratta anche di una sorta di recupero della memoria storica di Caserta: la zona, infatti, era in origine il Giardino vescovile, poi ceduto ai Borbone che vi sistemarono le guarnigioni, prima che andasse in uso al Ministero della Difesa, senza però la proprietà che rimase alla Chiesa. «Il progetto procede e siamo fiduciosi che entro fine anno tutto possa essere concluso positivamente», assicura don Antonello. «Certo ci sono ancora alcuni dettagli tecnico-giuridici da definire: il Macrico ha un vincolo di inalienabilità essendo un bene di interesse storico, ma abbiamo già individuato la strada per risolvere la questione».

Successivamente del Macrico dovrebbe, quindi, occuparsi l'Ente diocesi o una Fondazione «all'uopo costituita». E sarà questa la garanzia dell'uso corretto dell'area che ha come scopo unico «il bene comune e la rinascita della città», ribadisce don Antonello. «Perché, come ha spiegato il vescovo Pietro Lagnese durante il te deum di ringraziamento di fine anno, il nostro interesse è mettere in pratica il messaggio del papa. Tre sono le direttrici che lui ci ha indicato aggiunge don Antonello : il dialogo fra giovani e anziani, l'educazione e il lavoro. E sono queste le funzioni che il Macrico dovrà assolvere». Poi, ci sono le strategie per realizzare gli ottimi propositi.

«L'ipotesi più concreta potrebbe essere quella di coinvolgere nella gestione del Macrico i soggetti interessati a realizzare scopi e attività, ben chiari e che abbiano sempre il bene comune come orizzonte. Allora esemplifica don Giannotti l'Università con il dipartimento di Agraria, potrebbe contribuire a realizzare e mantenere l'orto botanico. Oppure, il Conservatorio istituire, finalmente, una sezione anche a Caserta. O ancora chi avesse intenzione di impiantarvi attrezzature sportive dovrebbe prendersi cura della zona di sua competenza. E così via. Il tutto, ovviamente, sotto l'egida della diocesi che eserciterebbe, comunque, un parere vincolante».
 

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