Maddaloni, la droga ordinata con whatsapp e consegnata con il delivery: sei arresti

Usate password per ordinare la roba

Controlli dei carabinieri
Controlli dei carabinieri
di Gabriella Cuoco
Martedì 21 Marzo 2023, 07:14 - Ultimo agg. 07:17
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Vendevano la droga utilizzando le App di messaggistica come Whatsapp e Telegram e la consegnavano a domicilio. Il loro era un metodo studiato a tavolino per bypassare i controlli di carabinieri e polizia, che da qualche tempo hanno acceso i riflettori sulla zona calatina e su quella della Valle di Suessola. Lo scopo è stroncare lo spaccio di sostanze stupefacenti. Alla fine, però, il cerchio si è chiuso e sono scattate le manette: nove persone, ieri mattina all'alba, sono state raggiunte dalle misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.


Il provvedimento è stato firmato al termine dell'inchiesta «Old Mill», coordinata dalla Procura ed eseguita dai carabinieri della compagnia di Maddaloni, agli ordini del capitano Massimo Esposito. Per sei di loro, tutti di Maddaloni e già conosciuti alle forze dell'ordine (Giuseppe Antelli, 55enne; Antonio D'Albenzio, 35enne; Giuseppe Dogali, 36enne; Salvatore Farina, 27enne; Orazio Gagliardi, 28enne e Angelo Lettieri, 30enne) è scattata la custodia cautelare in carcere, mentre per altri tre (Antonio Cesarano, 34enne di Maddaloni, Diana Renzi, 38enne di Caserta e Claudio De Lucia, 55enne di Santa Maria a Vico) solo l'obbligo di firma.
Le accuse nei confronti di tutti e nove gli indagati sono di spaccio continuato in concorso. Il gruppo, che aveva la centrale operativa nella zona delle case popolari di via Feudo a Maddaloni e che operava anche nell'area del cosiddetto «vecchio mulino» (da dove prende nome l'operazione), aveva messo in piedi una piazza di spaccio indipendente che riforniva la città calatina, la vicina Santa Maria a Vico e anche la città di Caserta di hashish, marijuana, cocaina e crack, acquistando droga nell'hinterland napoletano.
A insospettire gli inquirenti è stato il via vai di clienti e di scooter per l'approvvigionamento della droga.

Gli spacciatori effettuavano ordini con Whatsapp e Telegram, ma senza mai chiamare la droga con il suo vero nome. Venivano, infatti, utilizzati termini come "chiave", "fotocopia chiara", "fotocopia scura", "benzina", "diesel", "macchina grande", "macchina piccola".


Ai clienti abituali, quelli che messaggiavano con cadenza quasi giornaliera o settimanale, veniva applicato uno sconto per l'acquisto della sostanza stupefacente, soprattutto per quantitativi maggiori, mentre c'era un sovrapprezzo di cinque euro per le consegne a domicilio, una sorta «malus delivery» come ha precisato il capitano Esposito subito dopo gli arresti. Il delivery avveniva quasi sempre nelle ore serali o, addirittura, in quelle notturne, proprio per non dare nell'occhio.
Esisteva, però, anche il sistema del take away, cioè della consegna a mano in strada e, come per il delivery, in questo caso veniva applicato uno sconto anche sulla base del quantitativo di stupefacenti acquistato.
Gli episodi documentati dalle forze dell'ordine attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, e che hanno incastrato i nove indagati, sono 550 nel corso dei quali sono stati segnalati alle autorità trenta assuntori abituali, trovati anche in possesso di sostanze stupefacenti. Si tratta di giovani, ma anche di professionisti. Un affare che è stato quantificato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, in circa 11mila euro che sono stati sequestrati dai militari dell'Arma.

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