Una fogna che crea più danni di un fiume in piena. Ieri, mattina 80 centimetri di acque nere hanno sommerso l'ex-provinciale Nola-Caserta, i campi coltivati, i vani terranei, difesi anche con sacchetti di sabbia. Il primo vero temporale ha innescato un botto fragoroso con la distruzione in serie di tutti i tombini.
Per effetto della violenza delle acque, non ha retto il manto stradale, smantellato e distrutto in più punti. In contemporanea, la cascata di putride acque nere, sparata in aria dall'ex collettore Casmez sottodimensionato, ha creato uno zampillo alto oltre un metro e mezzo colmando di liquami e melma l'area verde circostante il civico 281.
Ma la vera emergenza, di un domenica mattina difficile, è stato il tanfo nauseabondo rilasciato dallo scarico in massa di acque nere e fecali. In pochi minuti, tutte le acque nere provenienti da Arpaia, Santa Maria a Vico, Arienzo, Airola, Cervino e San Felice a Cancello, si sono riversate ex provinciale Nola-Caserta.
Tra l'altro, via Cancello è da percorrere anche con le auto. Oltre alla rassegnazione comincia a crescere la reazione di chi pretende risarcimenti: la Regione è stata condannata a pagare «oltre 125 mila euro in favore di privati» i cui terreni sono stati devastati dalle ondate di piena del collettore ex Casmez.
«È l'unica strada - ammette il sindaco Andrea De Filippo - che si può percorrere: dopo il riconoscimento delle omissioni regionali confidiamo nel pronunciamento del Tar. L'indennizzo che chiediamo è la cantierizzazione di opere di adeguamento dell'ex Casmez per 12 milioni di euro che la Regione ha congelato».