Maddaloni, maltrattamenti al Villaggio
dei ragazzi: reati in prescrizione

Maddaloni, maltrattamenti al Villaggio dei ragazzi: reati in prescrizione
Martedì 8 Giugno 2021, 16:24
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La Corte di Appello di Napoli ha dichiarato prescritto il reato di maltrattamenti per quattro educatori - condannati in primo grado - del Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni  storica istituzione che dal 1946, con il suo Convitto e le sue scuole frequentati da ragazzi disagiati e non, rappresenta un fondamentale punto di riferimento per il territorio. I giudici di secondo grado hanno inoltre assolto, accogliendo la richiesta della Procura Generale, l'insegnante Maria Iesu (difesa da Alessandro Barbieri e Claudio Botti), condannata in primo grado a due anni e sei mesi, che rispondeva anche di violenza sessuale.

I quattro educatori e la docente furono arrestati nel 2011, in seguito alle indagini della Polizia di Stato, da cui emersero abusi fisici e morali nei confronti di giovani studenti del Convitto interno al Villaggio, di età compresa tra gli 11 e i 16 anni; nell'inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, furono indagati anche altri sei educatori. I fatti contestati risalivano al 2009, quando il Villaggio dei Ragazzi era gestito dai Legionari di Cristo e dalla Curia di Caserta, mentre oggi è amministrato da un Commissario nominato dalla Regione.

In primo grado, nel maggio 2017, il tribunale di Santa Maria Capua Vetere - collegio presieduto da Orazio Rossi - condannò con pene dai 2 anni e due mesi fino ai 3 anni e sei mesi gli educatori Domenico Bellucci, Francesco Edattico (entrambi difesi da Mariano Omarto), Gianluca Panico, Vincenzo Crisci e l'insegnante Maria Iesu, mentre per gli altri sei imputati (per i quali la Procura non ha presentato appello) pronunciò sentenze di assoluzione e prescrizione.

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Pochi mesi dopo la condanna, i quattro educatori furono reintegrati nel proprio posto di lavoro al Villaggio, dove sono tuttora in servizio (solo Bellucci nel frattempo è andato in pensione). Ecco quindi la sentenza della Corte d'Appello, che chiude forse definitivamente la vicenda.

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