Maddaloni: scalo merci, 20 licenziati
e in strada esplode la rabbia

Maddaloni: scalo merci, 20 licenziati e in strada esplode la rabbia
di Giuseppe Miretto
Giovedì 30 Gennaio 2020, 08:33 - Ultimo agg. 11:30
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È malato il gigante dei trasporti merci su ferro. Chiesto pure l'intervento della Regione Campania sui problemi dello scalo ferroviario più grande del Mezzogiorno. Chiamati anche i vertici nazionali di «Mercitalia Rail». La crisi occupazionale della piattaforma Maddaloni-Marcianise è di dimensioni «sovraprovinciali e nazionali». È questo l'orientamento della Prefettura di Caserta che, raccogliendo le sollecitazioni delle segreterie provinciali di Fiom e Filt Cgil, ha disposto la «convocazione di un tavolo di crisi» che potrebbe tenersi nella Prefettura di Napoli. È stato questo l'atto finale di una giornata campale: occupato l'ingresso dello scalo fin dall'alba di ieri. Fermata la movimentazione dei carri, l'arrivo e la partenza dei convogli, l'accesso dei mezzi per la movimentazione ad alta velocità delle merci di gestite da «Mercitalia Fast».

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Si è aperta una crisi complessa: da domani, gli addetti alla «Officina manutenzione meccanica, alla sicurezza e alla gestione delle motrici 652» resteranno senza lavoro. Mercitalia Rail (Polo MercitaliaGruppo FS Italiane), con una nota, ridimensiona e circoscrive gli effetti di una mobilitazione collettiva: «In relazione all'occupazione dello scalo merci Maddaloni-Marcianise di alcuni lavoratori della società Ferservice, esterna al Gruppo Fs, è stata data la disponibilità a prorogare il contratto per la manutenzione dei carri oltre il 31 gennaio 2020 (contratto già prorogato nel novembre del 2019). Tale disponibilità non ha trovato riscontro da Ferservice che ha deciso di non proseguire la collaborazione con Mercitalia Rail». E su questo divorzio contrattuale, la versione dei sindacati è improntata all'allarmismo. «Il problema spiega Angelo Lustro, segretario provinciale della Filt-Cgil- non è il taglio di sei lavoratori (che potrebbero essere stabilizzati) ma l'effetto dell'internalizzazione. Primo, la cancellazione del servizio, così come è stato gestito negli ultimi 25 anni. Si perdono subito 20 posti di lavoro. Con la cancellazione del rapporto contrattuale con la «Società Ferservice», Mercitalia Rail del Gruppo Fs procederà alla internalizzazione dei servizi.
LE COMMESSE
Secondo, le commesse, che sopravvivono nel più grande scalo ferroviario del Mezzogiorno, potranno essere distribuite negli altri centri della Campania e del Nord Italia. È a rischio anche la gestione meccanica dei carri». Il vero incubo si chiama ridimensionamento, dismissione e chiusura dello scalo che lavora nemmeno al 10 per cento delle sue potenzialità con un fascio arrivi-partenze (formato da 40 binari) abbandonato. Quello che oggi sta accadendo ai tecnici potrebbe, in futuro, coinvolgere anche il personale Fs che, negli anni passati, è stato delocalizzato nelle altre strutture merci o riconvertito al settore passeggeri. Qui, i tecnici non saranno né ricollocati, né riassorbiti.
LA TRATTATIVA
La trattativa che approda in Regione e in Prefettura riguarda il futuro dell'infrastruttura ferroviari più grande della Provincia di Caserta. Il sindaco Andrea De Filippo ha portato solidarietà ai lavoratori in lotta: «Al cospetto di una infrastruttura enorme il territorio si aspetta il rilancio di tutti quei settori che sono stati chiusi. Se questa dovrà essere la piattaforma retroportuale di Napoli si proceda a conseguenti interventi infrastrutturali e occupazionali». La crisi morde. Nell'attiguo Interporto si è aperto un altro fronte. Chiusi i cantieri a Marcianise e Maddaloni, sta per chiudere anche l'ultima attività edilizia superstite con la messa in libertà di altri 5 operai.
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