Maddaloni, spaccio di cocaina:
8 arresti. Incastrato il figlio del boss

Maddaloni, spaccio di cocaina: 8 arresti. Incastrato il figlio del boss
di Gabriella Cuoco
Sabato 24 Settembre 2022, 07:32
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Per comunicare avevano telefonini «puliti», molto spesso usa e getta. Per spostare la droga utilizzavano automobili prese quasi sempre a noleggio grazie a delle teste di legno. Talvolta, usavano anche i nomi di mogli, compagne e amanti pur di raggiungere il loro obiettivo. La droga, sia cocaina che crack, veniva acquistata direttamente al Parco Verde di Caivano, uno dei principali crocevia all'ingrosso e al dettaglio della Campania, per poi essere smerciata tra Maddaloni e Capodrise, ma anche nella Valle di Suessola e, in particolare, nel piccolissimo comune di Cervino, da sempre riconosciuto come centro di spaccio di tutta la zona, in quanto a ridosso anche del Beneventano.

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Otto le misure cautelari eseguite ieri dai carabinieri della compagnia di Maddaloni: sette in carcere e uno ai domiciliari.

Ben 350 gli episodi di cessione di droga filmati dai carabinieri. Secondo gli inquirenti, le persone coinvolte, tutte con precedenti penali alle spalle sempre per spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti, avevano messo in piedi una delle principali piazze di spaccio di Caserta, tra la zona calatina e quella alle spalle di viale Carlo III.


I provvedimenti, emessi dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, ed eseguiti dal nucleo operativo radiomobile guidati dal capitano Esposito, hanno incastrato anche Francesco Piccolo di Capodrise e figlio del capoclan Belforte, Gaetano, conosciuto da tutti come «o' ceneraiuolo», ristretto al 41bis. Piccolo è stato l'unico a finire ai domiciliari mentre Antonio Angelino, Luigi D'Isa, Raffaele Angelino, Salvatore Attanasio, Fabrizio Colamonici, Raffaele Cioffi e Angelo Sacco sono in carcere: il giudice deciderà se convalidare o meno l'arresto. Il Parco Verde a Caivano è da tempo, oramai, considerata la centrale di rifornimento dello spaccio della provincia di Caserta. Sono migliaia i tossici e centinaia gli spacciatori dell'hinterland e di quella fascia di comuni a sud di Caserta, che frequentano abitualmente il quartiere della ricostruzione di Caivano, dove si può trovare e acquistare ogni tipo di droga, anche quella assassina. Il filo tra Caivano e Caserta, secondo gli inquirenti e da quello che è venuto a galla dalle intercettazioni telefoniche soprattutto, veniva mantenuto dal figlio di Gaetano Piccolo, definito personaggio scaltro ed esecutore da sempre delle indicazioni della famiglia, in particolar modo sul fronte dello spaccio della droga. L'ultimo scacco al clan Piccolo risale al 2018 quando su richiesta della Direzione distrettuale antimafia furono emesse 30 misure cautelari in carcere per 30 indagati per associazione per delinquere di stampo mafioso. Il provvedimento restrittivo riguardava appunto le due cosche operative nei territori di Caserta, Marcianise e Recale dagli anni '90 ad oggi, in aperta e armata contrapposizione con il clan Belforte.

Emerse che i Piccolo-Letizia e i loro alleati Perreca avevano il controllo delle attività economiche della zona e si sono infiltrati nei meccanismi di rilascio di appalti e servizi pubblici, di concessioni e autorizzazioni amministrative, condizionando illecitamente il voto e reinvestendo in attività imprenditoriali. Sempre durante quell'operazione venne a galla l'egemonia di Gaetano Piccolo, padre di Francesco finito ora ai domiciliari.
 

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