Ridi vudù e torture sulla schiava:
16enne liberata, due arresti

Ridi vudù e torture sulla schiava: 16enne liberata, due arresti
di Vincenzo Ammaliato
Venerdì 8 Febbraio 2019, 11:00
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Bande organizzate di delinquenti legate alla mafia nigeriana prelevano nel proprio Paese una giovane donna e le organizzano il viaggio verso l'Europa, prima a piedi attraversando il deserto, poi il mar Mediterraneo, su barcone di fortuna. Appena arriva in Italia la vendono a una connazionale, che a sua volta la mette immediatamente su un marciapiedi a esercitare l'attività della prostituzione, per soddisfare desideri sessuali di uomini del Belpaese.

Ma questa volta al rodato sistema criminale made in Nigeria qualcosa va storto, forse perché la vittima è particolarmente giovane. Minorenne: appena sedicenne. A differenza della stragrande maggioranza delle altre connazionali che si trova tuttora in quella che è stata la sua condizione fino a poco tempo fa, infatti, la giovane donna riesce a trovare il coraggio di denunciare i suoi aguzzini e farli arrestare. A condurre l'indagine è stata la squadra mobile della questura di Caserta, diretta dal vicequestore Filippo Portoghese, su mandato della procura antimafia di Napoli.
 
La relativa inchiesta ha prodotto due esecuzioni di carcerazioni eseguite nei confronti di altrettanti cittadini nigeriani residenti in Terra di Lavoro. I loro normi sono Beverly Oduware e Kurtis Omobude. Quest'ultimo, soprannominato «brother» cinquantuno anni, è accusato di sfruttamento della prostituzione. La donna, invece, quarantaquattrenne, oltre al medesimo reato, è accusata anche di riduzione e mantenimento di minore in stato di schiavitù. Era lei, infatti, secondo le indagini della mobile, colei che aveva letteralmente «comprato» al mercato della tratta delle donne la vittima e la costringeva a prostituirsi fino a quando non le avrebbe restituito un riscatto di 25mila euro. Insomma, la cosiddetta «maman». Mentre l'uomo aveva il compito di autista. Accompagnava la minorenne sulla strada dove incontrava i clienti, da Casal di Principe a Marcianise. A fine «turno», poi, la riaccompagnava a casa. Per questi servizi pretendeva dalla sedicenne la cifra di quindici euro al giorno. La prima volta che la polizia di Caserta entrò in contatto con la minorenne fu nel 2017, durante un controllo ordinario di contrasto all'attività della prostituzione proprio lungo le strade di Marcianise. La giovane fu sorpresa alle porte del capoluogo e condotta in questura per la fotosegnalazione.

La svolta qualche settimana dopo, quando una Onlus che si occupa di donne in difficoltà riesce a convincere la ragazza a rifugiarsi da loro. La sedicenne, che come tutte le altre ragazze nigeriane costrette alla prostituzione aveva subito riti wodoo, affinché fosse assoggettata al crimine anche psicologicamente, riesce a liberarsi dalla paura che gli spiriti maligni del sortilegio la facciano impazzire e racconta alla polizia i dettagli di tutto il suo calvario. Così, dopo un anno e mezzo di costrizioni e violenze d'ogni tipo la giovane è finalmente salva, mentre i suoi carnefici finiscono in carcere. La madam che la teneva in stato di schiavitù ufficialmente faceva la parrucchiera; aveva un regolare permesso di soggiorno e viveva a Casal di Principe da molti anni. Sul suo conto sono in corso ulteriori indagini da parte della polizia di Caserta, in quanto la minorenne che l'ha denunciata potrebbe non essere la sola ad essere stata sfruttata dall'aguzzina. Tuttavia, per la giovane il percorso di vita adesso è tutto in discesa. Durante il processo che la vedrà come testimone vivrà in un luogo segreto e protetto. Intanto, gode dell'articolo 18, che consente alle vittime di tratta che denunciano i propri carnefici di ottenere il permesso di soggiorno e un inserimento sociale degno di ogni individuo. Per lei l'incubo è finito e può iniziare a sognare. Mentre lungo le strade della provincia di Caserta e del resto d'Italia sono tuttora migliaia le ragazze vittime della tratta e di clienti complici. E, secondo le organizzazioni umanitarie, le vittime minorenni sono in drammatico aumento.
 
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