Maddaloni, maltempo, esonda collettore fognario

Allagata anche l'ex strada provinciale Nola-Caserta

Maddaloni, maltempo, esonda collettore fognario
Maddaloni, maltempo, esonda collettore fognario
di Giuseppe Miretto
Domenica 22 Ottobre 2023, 09:49 - Ultimo agg. 14:32
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Allagamento di campi coltivati, strade e case senza protezione. E così, ci sono due emergenze in una: tornano le piogge e torna anche l'esondazione del collettore fognario ex-Casmez. Ma non sono scattate, ancora una volta, le procedure d'urgenza di protezione civile, volute a furor di popolo e adottate all'unanimità dal Consiglio comunale lo scorso 10 gennaio.

«A pagare - commenta Giuseppe Riccio del sindacato "Cicc agricoltori" - sono solo le aziende agricole.

Da ieri, è diventato operativo soltanto il divieto di coltivazione e commercializzazione dei prodotti agricoli nelle aree invase dalle acque nere». Una condizione che fa scattare, ancora una volta, i ricorsi e le richieste di risarcimento di danni che puntualmente vedono condannata la Regione Campania in qualità di ente gestore del collettore, responsabile manutenzione e dell'omesso adeguamento delle condotte sottodimensionate, strozzate dall'attraversamento sotto l'A30 Caserta-Salerno.

Per questo, sono bastati pochi minuti di precipitazioni intense sull'est-maddalonese, fino ad Arpaia e Airola, per far finire sott'acqua otto ettari di campagna coltivata, l'ex provinciale Nola-Caserta (per tutti via Cancello) e i vani terreni delle aziende agricole tra Maddaloni e Acerra. Oltre la corsa agli indennizzi, c'è molta attesa per l'esito dell'indagine in corso sui ritardati interventi di messa in sicurezza e la condizione di disastro ambientale. Danni certi e rimedi difficili da organizzare. L'ente locale, nonostante le segnalazioni dei cittadini e i ripetuti bollettini dell'allerta gialla (diramati dalla protezione civile regionale) non riesce, per carenza di personale e strutture operative, a mettere in campo provvedimenti di mitigazione dei rischi riconducibili ai problemi idrogeologici e idraulici. Come sempre, l'emergenza causa danneggiamento del manto stradale, esplosione dei tombini e l'invasione dei campi nonché delle proprietà private. Provvedono i residenti con trattori e paratie di fortuna contro la crescita del livello dell'acqua. Non pervenuta la "Commissione speciale paritaria per l'emergenza igienicosanitaria causata dagli allegamenti" composta da quattro consiglieri comunali (due di maggioranza e due di opposizione), dal sindaco, enti istituzionali superiori (Stato, Regione e Provincia) e rapporti con organi tecnici (Arpac, laboratori analisi etc). E né si è riunito il Coc (Centro operativo comunale) per un «piano di interventi mirati per limitare i disagi a residenti, passanti e fornire la prima assistenza».

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Tutti i nuovi propositi di modificare i criteri di gestione dell'emergenza sono stati un flop. Il sindaco Andrea De Filippo non cerca giustificazioni: «Ripeto, non si può allestire in qualche giorno quello che non si è riusciti a fare in 35 anni».
Dopo i ricorsi al Tar (dichiaratosi non competente) e gli appelli all'ente idrico campano (Eic), la gestione delle criticità spetta a enti superiori. Certificata l'emergenza e individuate le responsabilità, c'è da aspettare per le soluzioni. Il vicepresidente Bonavitacola e il responsabile del ciclo integrato delle acque Rosario Manzi hanno pianificato, con i fondi inseriti nel «Piano Regionale Campania 21-27», l'intervento di potenziamento infrastrutturale e progettazione e lavori del collettore Caudino.
 

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