Marcianise: il clan vendeva droga con un call center, giro d'affari sino a Milano

Tra le attività anche matrimoni combinati

Carabinieri a Marcianise con cani antidroga
Carabinieri a Marcianise con cani antidroga
di Biagio Salvati
Giovedì 20 Aprile 2023, 07:10 - Ultimo agg. 19:21
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C'è anche un episodio da «corto circuito» fra un collaboratore di giustizia e un altro pentito, al quale hanno poi revocato il programma di protezione, tra gli episodi emersi durante le indagini dei carabinieri di Caserta, coordinate dalla Dda, che ieri hanno portato alla notifica di 28 misure cautelari per altrettanti indagati, tra cui cinque donne, una giovanissima di 22 e un quasi ottantenne.
Un gruppo, emerge dall'inchiesta, organizzato nello spaccio e traffico di droga anche nella città di Milano e tra questi anche presunti appartenenti all'ex clan Belforte di Marcianise. La Procura antimafia, che contesta l'aggravante camorristica, ha evidenziato un episodio di minacce fatte con messaggi da uno degli indagati, Giovanni Buonanno (già pentito e finito in carcere ieri), al suo ex «collega» collaboratore di giustizia del clan, Claudio Buttone: minacce, secondo l'accusa, affinché Buttone rendesse false dichiarazioni al processo per l'omicidio di Andrea Biancur in corso alla Corte di Assise di Appello di Napoli, in cui Buonanno è imputato. Altro episodio riscontrato dai carabinieri della compagnia di Marcianise, è invece quello del falso matrimonio, previo pagamento, tra un cittadino italiano e una cittadina straniera, con lo scopo di far ottenere alla donna il permesso di soggiorno e successivamente la cittadinanza italiana. Ma la novità dell'ordinanza cautelare è la scoperta da parte dei militari dell'Arma di un call-center attraverso il quale ordinare la cocaina che da Marcianise arrivava fino a Milano: 23 persone sono state sottoposte a misure cautelari - 16 in carcere e 7 agli arresti domiciliari - su ordine del gip del tribunale di Napoli, Marco Discepolo. L'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea e dei carabinieri ha svelato un vasto giro di spaccio di cocaina che dal comune di Marcianise arrivava fino alla metropoli lombarda, gestito da appartenenti al clan marcianisano «Belforte» che due sentenze dicono oramai dissolto. Per altri cinque indagati il gip di Napoli ha disposto l'obbligo di presentazione alla pg. In totale sono 71 le persone indagate.

Cuore dell'inchiesta è, però, lo spaccio di cocaina che avveniva a Marcianise e nei comuni limitrofi, e addirittura anche a Milano, dove c'era un gruppo che faceva capo a Giovanni Buonanno, 42 anni, il quale vendeva cocaina nella Milano bene, gestendo un giro di 2500 clienti e guadagni per 100mila euro al mese. La vendita - hanno accertato gli inquirenti - avveniva tramite una sorta di call center, con un centralino che riceveva la prenotazioni e girava l'ordine per la consegna, tramite un linguaggio in codice, ai pusher, che si recavano a domicilio dai clienti. Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno anche arrestato in flagranza a Milano, diversi spacciatori. Buonanno si approvvigionava della droga a Crispano nel Napoletano, presso un affiliato del clan Castaldo.

In carcere sono finiti residenti tre residenti tra Lombardia e Friuli, Michele Cristian Barbieri 48 anni (Milano), Edoardo Rocchi, 78 anni (Brescia) e Giovanni Moretta, 44 anni (Pordenone) e altri tredici residenti nel marcianisano, tra cui Buonanno: ovvero Giulio Angelino, 37 anni; Antimo Bucci, 45 anni; Giacomo Colella, 46 anni; Lucia Cozzolino, 57 anni; Giuseppe Di Gaetano, 42 anni; Francesco Edattico, 40 anni; Salvatore Raucci, 40 anni; Antonio Russo, 30 anni; Emanuela Russo, 23 anni; Giacomo Giuseppe Salzillo, 51 anni; Raffaele Sellitto, 45 anni e Antimo Zarrillo, 43 anni. Sette agli arresti domiciliari: la uruguaiana Patricia, Yudi Cubilla, 53 anni; Francesco Ferrari, 26 anni; Caterina Iuliano, 35 anni; Emilio Lasco, 27 anni; Giovanni Porzio, 38 anni; Anna Russo, 26 anni e Antonietta Russo, 33 anni. Obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria invece, per Gianpaolo Brbiero, 47 anni; Carmine Farro, 566 anni; Pasquale Merola, 47 anni e Luca Pappalardo, 42 quasi tutti locali di Marcianise.

Nell'ordinanza, il gip che ha firmato gli arresti per il reato di spaccio di droga si discosta però in alcuni passaggi dall'accusa, scrivendo che «dalle indagini non emergono sufficienti elementi indicativi della circostanza che Buonanno o gli altri membri dell'associazione dedita alla cessione di stupefacenti, nel periodo di contestazione abbiano esercitato il metodo mafioso' nell'acquisizione (in ipotesi violenta) delle piazze di spaccio' o nelle stesse modalità del controllo monopolistico della gestione del traffico della droga, risultando le generiche dichiarazioni rese sul punto dal Buonanno stesso». E prosegue: «Non si condivide l'impostazione accusatoria nella parte dove è fatto discendere quasi in via automatica, dalla caratura criminale di Buonanno Giovanni, legato al clan Belforte e figlio di uno storico esponente di quest'ultimo gruppo camorristico, ossia Buonanno Gennaro, la sussistenza di entrambe le aggravanti della camorra».
 

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