Marcianise, i lavoratori Jabil alla Regione: «Alternative ai licenziamenti»

Un dipendente si è incatenato al cancello di Palazzo Santa Lucia

La protesta dei lavoratori Jabil
La protesta dei lavoratori Jabil
di Franco Agrippa
Martedì 15 Novembre 2022, 08:57
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Continua senza tregua la mobilitazione dei lavoratori della Jabil di Marcianise in difesa del loro posto di lavoro dopo l'annuncio, da parte dell'azienda, dell'avvio della procedura di licenziamento collettivo per 190 di loro. Ieri ennesima protesta con presidio presso la sede della Regione Campania in via Santa Lucia, dove un dipendente della multinazionale si è anche incatenato al cancello d'ingresso.

L'ennesima protesta presso una sede istituzionale, dal 23 settembre scorso, infatti, i lavoratori hanno manifestato tra Caserta e Napoli, facendo sentire la loro voce anche presso il Consolato degli Stati Uniti. Ieri mattina, insieme con i rappresentanti territoriali e provinciali di categoria hanno portato il loro caso presso la Regione Campania, il cui ruolo è fondamentale, così come quello del Governo (soprattutto del Mise), in questa fase cosiddetta istituzionale dell'iter di licenziamento.

Una fase iniziata il 7 novembre scorso (dopo l'ultimo tentativo di risolvere la vertenza tra parti sociali, sindacati e vertici aziendali terminato con esito negativo) e che durerà trenta giorni, durante i quali dovranno essere le istituzioni a dover cercare di trovare soluzioni alternative ai licenziamenti; esaurita senza esito questa fase, la Jabil potrà infatti iniziare ad inviare le lettere di licenziamento ai lavoratori. La data fissata dall'azienda è il prossimo 11 dicembre, entro la quale si dovrà cercare, in tutti i modi, di evitare che partino le lettere di licenziamento.
Ieri mattina una delegazione di sindacalisti presente alla manifestazione, tra cui in particolare i segretari casertani delle sigle dei metalmeccanici Fiom-Cgil, Fim-Cisl, Uilm e Failms, è stata ricevuta dall'assessore regionale alle attività produttive Antonio Marchiello.

«All'assessore spiega il segretario di Fiom-Cgil Caserta Francesco Percuoco abbiamo ribadito la ferma posizione dei sindacati sul ritiro della procedura di licenziamento.

Abbiamo inoltre invitato la Regione ad impegnarsi per trovare strumenti alternativi ai licenziamenti. Le istituzioni, e mi riferisco anche ai Ministeri competenti, devono impedire questi licenziamenti in un territorio, come quello casertano, già pieno di problemi economici e sociali, dove il tasso di disoccupazione è molto alto». L'assessore Marchiello ha subito inviato al Ministero per lo sviluppo economico una richiesta urgente di incontro con l'azienda al fine di conoscere la loro reale volontà sul grave problema.

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«Quello che chiediamo a Jabil, - ha dichiarato il segretario generale Uilm Caserta Ciro Pistone - con il supporto del Ministero e delle istituzioni regionali, di ritirare la procedura dei 190 licenziamenti. In un territorio come quello di Caserta, già ampiamente desertificato industrialmente nonché martoriato socialmente, tale azione è assolutamente irricevibile. Questa multinazionale ha le risorse per un piano industriale che saturi tutti i lavoratori. Ed il governo faccia in modo di dare tutto il supporto affinché questa bomba sociale dovuta a tante vertenze lavorative non scoppi per la disperazione dei tanti lavoratori e delle loro famiglie».

Stessa tesi sostenuta dal coordinatore territoriale della Uil Caserta Pietro Pettorne che ha aggiunto: «In questo contesto di crisi industriale ed economica in generale aggravata anche dall'aumento incontrollato ed esponenziale dei costi energetici, aumenta la tendenza alla svalutazione del lavoro, alla sua precarizzazione. Per il momento siamo fiduciosi perché la Regione ha accettato la nostra richiesta di convocare con urgenza un tavolo di confronto, per affrontare le numerose problematiche lavorative della provincia a partire dalla vertenza Jabil, anche in relazione al piano di ricollocazione del personale dell'azienda».
 

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